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Lo schiaffo della Pfizer all’Italia

Pubblicato il 18/01/2021 18:25 - Aggiornato il 19/01/2021 08:29

di Nilo Di Pietro.

«Alle 15:38 di lunedì 18 gennaio 2021 la Pfizer ha comunicato unilateralmente che a partire da lunedì consegnerà al nostro Paese circa il 29 per cento di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con gli uffici del Commissario e, suo tramite, con le Regioni italiane. Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura. Analoga comunicazione è pervenuta a tutti i Paesi della UE. La Pfizer ha altresì annunciato che non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, né tantomeno in che misura». 

Questa è la nota rilasciata dalla struttura commissariale per l’emergenza COVID-19, guidata da Domenico Arcuri, per mezzo della quale si informano i cittadini della decisione arbitraria dell’azienda statunitense.

Il commissario straordinario calabrese ha inviato, nel totale imbarazzo, un formale reclamo contro Pfizer Italia, nel quale «esprime il proprio disappunto, indica le possibili conseguenze di una riduzione delle forniture e chiede l’immediato ripristino delle quantità da distribuire nel nostro Paese. Riservandosi, in assenza di risposte, ogni eventuale azione conseguente in tutte le sedi­».

Dopo anni di smantellamento del Servizio sanitario nazionale e di privatizzazioni, imposte dalla cultura liberale dello “Stato minimo”, l’Italia si ritrova a veder subordinata la salute pubblica, diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività (art. 32 Costituzione), a logiche di profitto stabilite discrezionalmente da multinazionali straniere.

La questione vaccinale è delicata e cruciale, gioverebbe rilanciare una sana dialettica, governata dal principio di pubblicità, che partendo dall’opinione pubblica coinvolga anche i rappresenti del popolo. Di diverso avviso sono i rappresentati UE che difendono a spada tratta la segretezza degli accordi contrattuali per le dosi di vaccino anti-COVID. 

Il portavoce della Commissione sulla sanità Stefan de Keersmaecker ha dichiarato nel novembre scorso che i contratti contengono «informazioni sensibili­», come dati sui «prezzi» e le «modalità di produzione», coperti da «clausole di confidenzialità­­» che «dobbiamo rispettare». Se fossero pubblici, «i negoziati si complicherebbero» e questo sarebbe un «danno per le aziende farmaceutiche, ma anche nostro». 

Il potere pubblico svilisce ed i parlamenti dei vari Stati europei vengono declassati ad esecutori materiali della volontà di poteri economici privati in un netto capovolgimento della prospettiva offerta da Orwell in 1984. L’Unione europea si inchina a Big Pharma.