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Le Grandi opere Pubbliche: come la gallina dalle uova d’oro

Pubblicato il 25/01/2021 10:16

di Domenico Armillei in collaborazione con un ex Commissario Straordinario per le grandi opere G.G.

L’Italia, per far ripartire il futuro, ha bisogno di investimenti nelle infrastrutture utili a rendere più moderno il Paese, più vivibile e sostenibile. I ritardi delle grandi opere del Paese, troppo spesso frutto sono di corruzione e opacità. Serve una rinnovata programmazione, e indipendenti analisi costi benefici.
Ma per sradicare i soliti ritardi delle grandi opere, occorre cambiare in modo radicale il sistema che governa appalti e lavori.

Ormai da decenni tutti sanno che le grandi opere vengono aggiudicate da imprese con ribassi fino al 40%, ma non perché sono brave a risparmiare ma perché, ormai è consolidata la prassi che appena si iniziano i lavori ci sia carenza di documentazione riguardo i sottoservizi (chi è del settore lo sa), tali opere durante il loro svolgimento la maggior parte delle volte interessano più comuni, i quali durante la fase di progettazione la Conferenze dei Servizi vengono approvati Progetti Preliminari, che prevedono un impegno da parte degli enti locali a modificare i propri sottoservizi quali fognature, acquedotti, sottopassi, ecc..

Gli Enti locali o Comunali interessati hanno l’obbligo per legge di redigere i progetti di adeguamento dei sottoservizi e l’esecuzione delle relative opere a proprie spese.
Come è possibile il miglioramento delle procedure previste per la realizzazione di opere pubbliche quali strade, ferrovie, ecc., nel caso in cui la loro realizzazione preveda nel passaggio nei vari territori Comunali la modifica e/o lo spostamento dei relativi sottoservizi di pertinenza Comunale (o Consortile).
In generale dopo l’approvazione in Conferenza dei Servizi, viene redatto il Progetto Definitivo dell’opera infrastrutturale, senza che in esso sia inserita una progettazione con relative valutazioni dei costi riguardanti i sottoservizi, essendo gli stessi a carico dei Comuni attraversati dall’opera.

Qui sta il problema.
In pratica quasi sempre i Comuni o gli enti locali non provvedono mai ad eseguire una propria progettazione attinente ai sottoservizi interessati, ne tantomeno a prevederne un quadro di spesa.

Quasi sempre inoltre gli stessi Comuni non hanno i fondi necessari per gli adeguamenti richiesti in quanto non è stata fatta nemmeno una adeguata programmazione economica (per l’assenza di progetti e quadri economici di spesa).

Per effetto di quanto sopra descritto si producono annualmente miliardi di Euro di riserve (e di costi per lo Stato) da parte delle Ditte appaltatrici e ritardi che vanno da mesi ad anni nella realizzazione delle opere, creando al contempo situazioni di disagio generalizzato nelle quali non sempre le scelte effettuate sono le migliori.

Immaginate una impresa che sospende una grande opera cui aveva in carico decine e decine di operai impiegati nel cantiere oltre tutti i mezzi di opera immaginate le riserve che questi producono a favore dell’impresa per mesi o addirittura anni di sospensione altro che recuperare il ribasso (diventa come la gallina dalle uova d’oro) effettuato in sede di gara a causa di mancanza di documentazione, ma alla fine nessuno mai paga per le varie carenze , l’unico a pagare è sempre lo stato, mi domando come mai tutti sanno e nessuno interviene?

Anche nel caso in cui i fondi necessari per i sottoservizi, potessero essere momentaneamente anticipati da chi finanzia l’infrastruttura, ciò non potrebbe essere attuato in quanto il Comune o l’Ente interessato non potrebbe approvare l’esecuzione di lavori senza averne la relativa copertura finanziaria.

In generale andrebbe fatto un attento studio del problema per consentire la pianificazione per l’adeguamento dei sottoservizi, obbligando a chi promuove l’opera infrastrutturale, a produrre in Conferenza dei Servizi (o immediatamente dopo la sua approvazione) progetti e quadri economici con i costi che gli stessi Comuni o Enti dovranno affrontare per modificare ed adeguare i propri sottoservizi, e ciò al fine di rendere materialmente possibile agli stessi la pianificazione della futura spesa da affrontare.

Cause delle riserve dell’appaltatore
Si pensi, tra i più comuni argomenti di contestazione, a quelli legati alla consegna dei lavori in tempi e modi diversi, alla sospensione illegittima degli stessi, alle divergenze che possono nascere sulle registrazioni contabili delle opere, ai difetti del progetto esecutivo, per l’assenza di progetti alla mancata collaborazione o a risultanze del collaudo tecnico amministrativo, e dalle carenze organizzative in materia di autorizzazioni e dai conflitti di competenze tra enti pubblici.
Possibile che ormai nel 2021 non si riesca ancora a riformare il codice degli appalti, e anche tutta la pubblica amministrazione e la comunicazione tra i vari enti, visto che lo stato non ha più soldi almeno cerchi di non regalare soldi ai soliti noti.