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Marcia indietro sulla carne sintetica. L’Europa e Mattarella minacciano e il governo… Cosa succede

Pubblicato il 02/12/2023 13:27 - Aggiornato il 02/12/2023 13:33

Un conflitto sottotraccia quello tra Palazzo Chigi e il Quirinale. Da un lato, il governo spinge per l’approvazione della legge fondamentale che vieta la carne coltivata, mentre dall’altro il Colle evidenzia la necessità di inserire l’iniziativa nei confini di un’Europa che non si è mai pronunciata su questa questione. Di fronte alla persuasione morale della presidenza della Repubblica, Giorgia Meloni acconsente e si dichiara disposta a tenere in considerazione “eventuali osservazioni formulate dalla Commissione”. Un’aggiunta di compromesso che cambia tutto. (Continua dopo la foto)

L’aggiunta al testo infatti implica una modifica della legge se richiesta dall’UE. Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha notificato al Quirinale che la legge è stata inviata a Bruxelles, impegnando Palazzo Chigi a rivedere il testo in caso di indicazioni dall’UE, anche attraverso un intervento normativo. Questo impegno, non scontato dopo la difesa accanita del testo da parte del ministro Lollobrigida, apre la strada alla firma di Sergio Mattarella, garante della Costituzione e del rispetto dei trattati internazionali. (Continua dopo la foto)

La legge è promulgata, ma l’impegno del governo di adeguarsi alle direttive UE è registrato verbalmente. Il confronto si conclude con un delicato equilibrio trovato prima della Cop28 di Dubai. Nel corso del suo primo intervento Meloni trova il modo per sottolineare la bontà della norma: «Non voglio andare verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare alimenti naturali e ai poveri vanno quelli sin-tetici, con un impatto sulla salute che non possiamo prevedere: non è il mondo che voglio vedere». Ma tutto ques non tiene conto che nella visione europeista in cui anche il governo è finito, l’Ue è un grande mercato unico e i singoli paesi non possono frapporre barriere, tranne in rare eccezioni come la sicurezza nazionale. La Commissione intanto annuncia già un’analisi di merito e sostanza ed è, di fatto, l’anticipo di una bocciatura. La sovranità nell’Unione europea è poca o nulla, e anche Meloni, Salvini & Co. lo stanno capendo a loro spese.