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Lo Stato paghi subito i suoi debiti con le imprese: 50 miliardi per ridare ossigeno

Pubblicato il 24/03/2020 16:43

Vogliamo salvare una larga fetta dello Stato e delle famiglie? Si sblocchino subito i debiti che lo Stato stesso ha con le migliaia di aziende. Sono infatti tantissime le persone che in questi giorni stanno lamentando – ancor di più – che da anni attende che egli Enti Statali gli liquidino quanto dovuto per lavori regolarmente svolti. Anche Antonio Padellaro sul Fatto ricorda che secondo Bankitalia, la Pubblica amministrazione deve ancora pagare 50 miliardi a chi ne ha diritto. E che “secondo il Tesoro, la media dei pagamenti è scesa a 46 giorni, contro i 30 richiesti dalla direttiva Ue, ma che per la società specializzata Intrum sono addirittura 67”. Ora, se per questa emergenza il governo stanzia 25 miliardi, e abbiamo appena appreso che solo con le aziende lo Stato ha 50 miliardi di debiti , capiamo presto che c’è più di qualcosa che non va.

Quegli spiccioli messi in campo da Conte&Co., come pensano di ridare vita al Paese? Perché il problema è doppio: da una parte si deve tamponare nel periodo in cui le aziende non lavorano, e quindi sostenerle, e dall’altra si deve prevedere un altro aiuto per farle ripartire. Ora, dato che tutto sembra impossibile averlo, perché lo Stato non prova almeno a saldare i debiti che ha con i suoi concittadini In parole povere, il piccolo negoziante, la Srl, la partita Iva, oltre il rinvio degli obblighi fiscali e del pagamento dei mutui, a quale liquidità potrà avere accesso, visto che si teme addirittura una catastrofica stretta creditizia?

Una volta era un tema molto sentito perché la Pubblica amministrazione a tutti i suoi livelli, locali e centrali, aveva accumulato debiti pregressi per quasi un centinaio di miliardi. L’intenzione del governo Monti, meritoria, di accelerarne il pagamento e di rendere pubblico un contatore sullo stato del debito ha prodotto una riduzione del montante agli attuali 57 miliardi e una riduzione dei tempi medi di pagamento. Ora il contatore è fermo al luglio 2017 e gli oltre 50 miliardi sono comunque una cifra significativa.

Quello che si dovrebbe fare è dare alle PA le risorse per saldare quanto più è possibile a favore delle imprese creditrici. Subito, il prima possibile. Ricordando, inoltre, che la Corte di Giustizia Ue ha già condannato l’Italia per i debiti verso le imprese e per i tempi di pagamento comunque troppo lunghi della pubblica amministrazione. Esemplare fu un caso, ripreso anche da Le Iene, quello di Sergio Bramini, fallito e sfrattato da casa nonostante vantasse 4 milioni di euro di credito con lo Stato.

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