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“L’Ue non è la soluzione alla crisi, è la causa”. La rivolta del sindacato che difende i suoi lavoratori

Pubblicato il 28/07/2020 15:24

Alla maggior parte di noi il suo nome non dice nulla, eppure in Francia sta smuovendo una bella massa di persone, tutte fortemente critiche nei confronti del governo e dell’Ue su come sia stata gestita questa crisi e su quale debba essere il futuro dei singoli Stati. La soluzione che è stata trovata, ossia il tanto sbandierato Recovery Fund, non convince per nulla Laurent Brun, il segretario generale della Federazione dei ferrovieri della CGT, il quale, in un pezzo pubblicato su collectif – e ripreso da lantidiplomatico con la traduzione di Marx21.it – si scaglia contro le posizioni assunte dai sindacati francesi e da altre centrali sindacali del continente a favore dei processi di integrazione capitalista europea.

“Il cosiddetto piano di rilancio franco-tedesco – scrive – pone di per sé una serie di domande (ulteriore declino della sovranità in termini di politica economica, condizioni di rimborso che potrebbero portare a un ulteriore passo verso il federalismo, criteri per la selezione dei progetti, ecc.). Ma è soprattutto una gigantesca truffa ideologica che mira a presentare l’Unione Europea come soluzione alla crisi quando ne è una delle cause. Per i servizi pubblici, ad esempio, i regolamenti dell’Unione Europea sanciscono l’obbligo di mettere in concorrenza, il principio del “profitto ragionevole” (quindi la redditività del servizio pubblico) e soprattutto gli strumenti di controllo “indipendenti” burocratico e finanziario che hanno gonfiato le “teste” dell’amministrazione e ridotto la forza lavoro produttiva, uno dei problemi portati alla luce in questa crisi”.

“Non approfondisco il ruolo della banca centrale che non aiuta più a finanziare grandi progetti ma solo a proteggere il mercato azionario e le grandi risorse, i criteri di convergenza e i vincoli di bilancio che impongono agli Stati la riduzione dei budget sociali, la libera circolazione dei capitali che organizza trasferimenti, ecc. Non mi soffermo sul fatto che l’UE si è posta immediatamente al capezzale delle borse ma non ha dedicato un solo secondo alla lotta contro l’epidemia (momenti di cooperazione dei laboratori di ricerca pubblici, mobilitazione delle forze produttive per fornire maschere e materiale… non abbiamo visto nulla di tutto ciò”.

“Non hanno nemmeno idea che quello che avrebbe potuto essere il loro ruolo tanto sono distanti dalla cooperazione”. E sul Recovery Fund Burn spiega: “L’Unione Europea è la cassa di risonanza di tutti i peggiori dogmi dell’ultraliberalismo. Per queste ragioni non condivido il Recovery Fund europeo. E mi rammarico profondamente per la dichiarazione unitaria delle organizzazioni sindacali che lo sostengono”.

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