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“Tetto al contante? Favore alle banche e strumento di controllo”. Lo rivela l’esperto

Pubblicato il 03/07/2020 10:05

Il noto avvocato e commercialista Ranieri Razzante, professore di legislazione antiriciclaggio all’Università di Bologna e noto esperto di criminalità organizzata e terrorismo, interviene per dire la sua sul limite del tetto al contante, fatto scendere dal 1° luglio a soli 2mila euro. Questa soglia, però, sarà ulteriormente abbassata dal governo a 1.000 euro a partire dal 2022. Razzante, in un’intervista a Riccardo Pelliccetti per Il Giornale, spiega: “Sembrerebbe un favore alle banche, ma più che altro è uno strumento di controllo. Ma non diciamo che limitare a 2mila euro le transazioni in contanti serva a contrastare le mafie e l’evasione. Questa è una misura che ha un effetto annuncio devastante. La gente pensa già che non potrà disporre del proprio denaro e che sarà sempre più controllata”.

Continua Razzante: “Oggi, comunque, ogni movimento bancario superiore ai 10mila euro viene comunicato alla Uif. E i dati sono a disposizione anche di Banca d’Italia, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate. Quindi non è vero che non ci siano controlli sul contante”. In tutto questo c’è anche il grande tema della criminalità organizzata: “Alle mafie non frega niente del contante, interessa solo per avere potere e controllo del territorio. E quindi comprano il ristorante, il supermercato, le persone. Usano il denaro sporco nelle imprese dove gira il contante. Queste emetteranno scontrini o fatture tante quante servono per coprire il denaro da riciclare, che poi viaggerà sui conti delle imprese”. La deduzione logica è che questa misura è inutile anche nella lotta all’evasione fiscale…

Ragiona Razzante su Il Giornale: “Dai rapporti della Guardia di Finanza non emergono i contanti ma le frodi fiscali, le frodi carosello fra società (per lo più fittizie) dove girano bonifici internazionali. Quindi la limitazione al contante è anacronistica, altrimenti la Germania, che non ha limiti, non avrebbe circa la metà della nostra evasione fiscale. È provato scientificamente che l’abbassamento del limite non abbia portato risultati. Anzi, quando Monti abbassò a 1.000 euro il limite del contante ci fu un calo del fatturato del made in Italy del 37 per cento”.

Infine Razzante fa notare come la stessa Bce il 13 dicembre scorso e il 22 maggio di quest’anno “ha rimproverato sia l’Italia sia il Belgio per la decisione di limitare il contante. Nella lettera a Conte e Gualtieri ha scritto: ‘Vi ricordiamo che l’emissione del contante la decidiamo noi… Potete limitarlo per problemi di evasione fiscale ma dovete dimostrare l’efficacia della misura… C’è già una normativa internazionale per la limitazione al contante, non ne occorrono altre… Ricordatevi che il contante viene emesso per consentire i pagamenti a coloro che sono distanti dalla tecnologia per favorire la cosiddetta inclusione sociale'”. E se lo dice persino la Bce…

Allora perché queste misure? Chiede giustamente Pelliccetti: “Le banche stanno perdendo commissioni, i margini di interesse e di intermediazione si sono abbassati. Come possono guadagnare? Spingendo la gente a usare le carte di credito, il cui costo non si abbasserà mai, perché giustamente si deve remunerare una rete che ha costi tecnologici rilevanti”. Poi la stoccata finale: “Queste sembrano misure di controllo della popolazione e dei consumi. Se si terrorizza la gente anche sull’uso della moneta ufficiale si esercita una forma di controllo, non vorrei si trattasse di questo”.

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