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Non è andato tutto bene! Più povertà e rabbia. I numeri shock della Caritas

Pubblicato il 15/05/2020 10:05

Il sociologo Marco Ravelli la definisce “disperazione sociale”, noi aggiungiamo ‘incapacità del governo’. 

Moltissimi i video disperati che diventano immediatamente virali e che mostrano imprenditori e lavoratori esasperati, che non sanno più cosa fare per poter sopravvivere. Per citarne due: quello di Gian Mario Fenu, ristoratore di Ploaghe in provincia di Sassari, che prende letteralmente a mazzete il locale e dichiara ai carabinieri di non riuscire più a pagare l’affitto; quello di Roberto Corsi, proprietario di un negozio di abbigliamento, che brucia i capi di abbigliamento, tanto oramai a cosa servono? Ci ha pensato il governo a bruciare gli “anni di sacrifici”. 

Come riferito su La Repubblica, i sindacati temono però che “il peggio debba ancora venire”. In autunno, “quando cesseranno gli effetti della cassa integrazione”, sarà chiaro chi riuscirà a sopravvivere alla pandemia e chi no. 

Caritas e Coldiretti forniscono le loro stime, “un milione di nuovi poveri” e “un aumento del 115% di coloro che si rivolgono alla parrocchie per ottenere cibo o aiuti economici”. Il professor Giuseppe De Rita non si sbilancia sui numeri, ma parla di “reazioni molto dure”. Ora nelle strade si possono vedere scene di “rabbia da paura”, per esempio racconta De Rita: “L’altro giorno in auto, fermo al semaforo, un anziano sbatteva il suo bastone sul tetto della mia machcina gridandomi che dovevo vergognarmi perchè stavo girando con la mascherina abbassata.” Presto la “rabbia da paura” lascerà il posto alla “rabbia da disperazione economica”.

Revelli spiega che l’Italia è reduce da anni di fragile stabilità: “Una gran parte della società aveva trovato il modo di sopravvivere sul pelo dell’acqua”. Un equilibrio molto precario che è stato rotto bruscamente dall’arrivo del Coronavirus. “Piccoli lavoretti, come quelli dei rider, lavori manuali, anche lavori intellettuali pagati occasionalmente, addetti alla gig economy, ma anche migliaia di piccoli negozietti in bilico”. 

È proprio questo “popolo che viveva a pelo dell’acqua” ad essere travolto e a ritrovarsi improvvisamente sommerso. Non c’è tempo da perdere. La situazione è già estrema. Sarebbe ora che il governo di ‘promettopoli’ uscisse dal Palazzo e si rendesse conto di cosa sta accadendo.