Mentre in Europa i leader fanno finta di scontrarsi e confrontarsi sul Recovery Fund, in molti fanno notare che in tutta questa brutta storia c’è solo una costante che non è mai tramontata: il Mes, il Meccanismo “salva” Stati. Già, perché dietro a tante discussioni è evidente che l’intento di Bruxelles è sempre stato quello di attivare il Mes, mettendo così un cappio intorno al collo dei Paesi più deboli e fargli piombare la Troika in casa, con la connivenza dei governi nazionali. Forse è per questo che anche Conte finora lo ha tenuto nel cassetto, cercando di parlarne il meno possibile. Per arrivare la punto di dover poi dire: non c’è alternativa… Era stato Gualtieri, l’uomo di Bruxelles al governo, qualche giorno fa a ribadire: “L’esecutivo non ha mai escluso il Mes”.
Come fa notare oggi (20 luglio) Stefano Folli su Repubblica, “qualcuno ha creduto che i 750 miliardi del Recovery Fund fossero già al sicuro in cassaforte, per cui l’Italia poteva contare su una larga fetta di sussidi a fondo perduto, accanto ai prestiti senza condizioni o quasi. A Bruxelles invece la coperta si è rattrappita, i miliardi si sono ridotti e la spregiudicatezza dell’Olanda ha avuto campo libero”. Conte era stato forse l’unico a credere davvero ai fantamiliardi dell’Europa, ma ora dovrà tornare in patria con la coda tra le gambe, a dirci che il negoziato è fallito e che ci beccheremo il Mes.
La riduzione dei sussidi a fondo perduto lascia scoperta una quota tra i 20 e i 30 miliardi che a Roma si considerava già acquisita. Spiega dunque Folli: “È qui che torna d’attualità il Mes con tutte le lacerazioni politiche che si porta dietro. Quei 37 miliardi a fini sanitari anche indiretti diventano urgenti nel momento in cui le casse pubbliche languono e le polemiche divampano per il rifiuto governativo di rinviare le scadenze fiscali”.
Ora, il ragionamento di Folli è corretto e scorretto allo stesso tempo. È corretto perché è evidente che andrà a finire così, è scorretto, però, perché conviene con l’idea di un Mes necessario. L’unica necessità, invece, è salutare tutti, lasciare l’Europa ai suoi battibecchi inutili e procedere con l’Italexit.
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