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Cos’è lo Swift? Se ne parla tanto ma pochi sanno di cosa si tratta

Pubblicato il 27/02/2022 13:04 - Aggiornato il 27/02/2022 13:05

Il circuito internazionale che rende sicure le transazioni

Swift è l’acronimo di Society for worldwide interbank financial telecommunication ed è il principale sistema globale di messaggistica usato dagli istituti di credito per effettuare transazioni monetarie tra i vari Stati nel mondo. Swift ha sede in Belgio dunque risponde al diritto comunitario. Prima di allora gli ordini di pagamento e di trasferimento internazionale di denaro viaggiavano attraverso telex. Oggi circa 11 mila istituzioni finanziarie di oltre 200 Paesi diversi si servono di Swift per i loro scambi per un totale di circa 24 milioni di messaggi in un anno. (Continua a leggere dopo la foto)

A cosa serve?
Lo Swift identifica ogni ente finanziario tramite un codice di 8 o 11 cifre e serve certificare la sicurezza della transazione. tramite questo sistema di codici i singoli istituti impartiscono ordini di pagamento in sicurezza. Si tratta dunque della trasmissione di informazioni e garanzie, senza il trasferimento fisico di valuta.

Perché ci interessa?
Senza la validazione degli operatori partecipanti allo Swift, la transazione risulta nulla. Ciò significa che i bonifici interbancari, in sua assenza, potrebbero essere rifiutati dal ricevente.

Perché se ne sta discutendo tanto?
Fra le ipotesi di possibili sanzioni per ridurre l’escalation del conflitto Russia-Ucraina c’è, appunto, l’esclusione della Nazione guidata da Putin dallo Swift. I primi Paesi che hanno premuto per tale misura sono stati Francia, Spagna, Belgio e Lussemburgo, mentre sono state più caute Italia e Germania, che insieme agli Stati Uniti hanno chiesto ai partner internazionali di prendere in considerazione la totalità dei rischi legati ad una simile azione e le conseguenti ricadute sul nostro sistema finanziario. Fino a oggi un solo Paese è stato tagliato fuori da Swift: è accaduto nel 2012 con l’Iran.
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Quali sono le conseguenze per l’Italia?
Secondo il Ministero del Tesoro le conseguenze per il nostro Paese sono limitate. Gli operatori finanziari hanno avuto il tempo per organizzarsi rispetto ad eventuali effetti collaterali in merito all’applicazione di questa esclusione. Le banche europee possono contare su una rete globale di interscambio che non sarà messa a rischio dall’esclusione russa.

Per la Russia ci sono alternative allo Swift?
Sì, diverse in realtà. Uno di queste è il Spfs – System for transfer of financial messages – che nel 2021 ha intermediato circa 13 milioni di messaggi tra i più di 400 aderenti. Ci sono poi altri espedienti per regolare i pagamenti, anche se meno sicuri, più lenti e più costosi; il sistema di pagamenti Mir, lanciato dalla banca centrale russa nel 2017; il Cross-Border Interbank Payment System lanciato nel 2015 dalla Cina per le transazioni in yuan.
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Il problema della fornitura di gas

Berlino, Roma e Vienna temono che, se pagare le forniture di gas a Mosca diventasse difficile, il Cremlino potrebbe ridurre o addirittura cessare le forniture. Ci sono altri modi per saldare le fatture, sono però più complicati, più costosi e il loro utilizzo potrebbe poi diventare una spinta per rafforzare le alternative all’uso dello Swift. Gli europei, inoltre, ritengono che gli Stati Uniti e il Regno Unito abbiano altri mezzi per colpire le banche russe, dal momento che ospitano i due centri finanziari più potenti al mondo, New York e la City di Londra.

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