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Le acquisizioni di CDP nel turismo: un buon investimento?

Pubblicato il 02/03/2020 14:27

Cominciamo con questo articolo una serie di approfondimenti sulla Cassa Depositi e Prestiti. Le acquisizioni che ha portato avanti dal 2008-2009 in avanti, trasformandosi in una immensa holding industriale attiva praticamente in qualsiasi settore, sono state dei buoni affari? Hanno portato vantaggi o perdite?

Il motivo della nostra curiosità è il seguente: la CDP raccoglie, da prima dell’unità d’Italia, il risparmio degli italiani presso le Poste: in 170 anni questa enorme massa di denaro è stata prestata allo stato italiano ed alle varie amministrazioni locali, per costruire le infrastrutture che hanno modernizzato il paese. Lo stato italiano restituiva questi prestiti alla CDP, pagando i dovuti interessi, che andavano a remunerare buoni e libretti postali dei normali risparmiatori italiani.

cdp

A partire dal 2008-2009 lo scopo della CDP è stato pesantemente trasformato: alla sua attività tipica di banca che presta denaro alle pubbliche amministrazioni, è stata affiancata l’attività di sostegno al rilancio, o allo sviluppo, di aziende private considerate di “interesse nazionale”. CDP si è quindi trasformata in una enorme conglomerata con decine di partecipazioni in società di tutti i tipi. Considerato che appunto la fonte principale di raccolta è il risparmio postale, ossia il maggior salvadanaio della maggior parte degli italiani, la partecipazione in imprese in difficoltà, magari appartenenti a settori in forte trasformazione, può dare luogo a pesanti perdite, mettendo quindi in pericolo questo salvadanaio. Il risparmio postale degli italiani è al sicuro?

Il primo settore di cui ci occuperemo è il settore del turismo, e del settore collegato dell’investimento immobiliare. Cassa Depositi e Prestiti ha investito anche in società e immobili del settore turistico, con lo scopo dichiarato di supportare lo sviluppo di quella che viene considerata un’industria fondamentale per l’economia italiana.

In che modo CDP ha investito nel turismo?

La Cassa Depositi e Prestiti investe nel Turismo principalmente attraverso la divisione CDP Equity. CDP Equity è il nome assunto nel 2011 dalla divisione Fondo Strategico Italiano (FSI). Per “equity” si intende il capitale sociale delle società di capitale (SRL o SPA). CDP Equity è la divisione di Cassa Depositi e Prestiti che principalmente ha investito nel capitale di aziende private. Da statuto, CDP Equity acquisisce quote di minoranza (“prevalentemente”) in imprese giudicate di “rilevante interesse nazionale”, e nel tempo ha acquisito quote in società dei settori più diversi.

cdp equity

Il secondo modo in cui CDP investe nel turismo è attraverso un fondo di investimento specifico, chiamato Fondo Investimenti per il Turismo, che a sua volta ha creato il Fondo Turismo 1. Questo fondo è gestito attraverso la CDP Investimenti SGR, una società di gestione del risparmio, controllata al 70% dalla Cassa Depositi e Prestiti, che investe in una serie di attività immobiliari che vanno dal social housing, alla gestione di patrimoni immobiliari, appunto al turismo.

I due modi in cui Cassa Depositi e Prestiti investe nel turismo sono interconnessi tra loro, come vedremo in seguito: ad esempio CDP Equity investe in società del settore, e Fondo Turismo 1 acquista immobili alberghieri delle stesse società, o acquista immobili turistici (villaggi vacanze e alberghi) che passano sotto la gestione delle società turistiche partecipate da CDP Equity.

cdp investimento in rocco forte hotels

I due gruppi in cui è presente Cassa Depositi e Prestiti

La divisione CDP Equity della CDP è presente con due partecipazioni di minoranza in due noti gruppi alberghieri: col 23% nel gruppo Rocco Forte Hotels (partecipazione iniziata nel 2015) e con il 45,9% nel gruppo TH Resorts (partecipazione iniziata nel 2017). L’investimento nella Rocco Forte Hotels è stato pari a 82 Milioni € e quello nella TH Resorts è stato pari a 20 Milioni €.

Entrambe le società sono al momento in attivo, e la Rocco Forte ha prodotto utili nell’anno solare 2018 per 13 Milioni di Sterline, parte dei quali sono stati distribuiti, e la quota di dividendo in capo a CDP Equity è stata pari a 800.000 €.

La TH Resorts non fa bilanci in base all’anno solare, chiude i bilanci al 31 ottobre, quindi l’ultimo bilancio intero disponibile è quello chiuso il 31 ottobre 2017 in grado di produrre un EBITDA positivo pari a 2,4 Milioni € (utili prima di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti).

fondo turismo 1 cdp

Le partecipazioni immobiliari

Le partecipazioni immobiliari, ossia gli immobili di proprietà del Fondo Turismo 1 consistono in 5 villaggi turistici gestiti da TH Resorts, 1 da Blu Hotels, ed un hotel gestito dalla Rocco Forte Hotels. Tre dei cinque villaggi gestiti da TH Resorts erano stati acquisiti da CDP dal precedente proprietario Valtur, che in un momento di grave difficoltà, ricevette una discreta boccata d’ossigeno dalla dismissione delle tre strutture. La valutazione complessiva di tutte queste strutture alberghiere è pari a 89 Milioni €, da bilancio.

Le finalità che confliggono

L’intervento di CDP nel settore turistico, salutato inizialmente con grande entusiasmo dalla stampa, avrebbe la finalità di contribuire a sviluppare quello che è considerato un’industria molto importante per l’economia italiana. Nella pratica, per quale motivo lo stato dovrebbe intromettersi in questa attività? Non bastano le centinaia di iniziative turistiche avviate da comuni, province e regioni andate immancabilmente in rovina? Magari finanziate coi mitologici “fondi europei”?

Ma soprattutto, in Italia mancano forse strutture ricettive? Ristoranti, hotel, villaggi turistici? Se CDP si mette a gestire hotel e villaggi, non fa concorrenza a quelli già esistenti? In base a cosa dovrebbe decidere in quali zone farlo? In Italia ci sono 8.000 comuni ed in teoria sono tutti in concorrenza tra loro per attrarre turisti sia italiani che esteri. Perché CDP dovrebbe investire in un posto piuttosto che in un altro?

Quello che dovrebbe fare lo stato, al limite, è “non danneggiare” l’attività turistica. Ciò vuol dire garantire la sicurezza di cittadini e turisti. Proteggerli dalle truffe. Assicurare un’offerta di trasporti decente, magari non soffocando nella culla i concorrenti di Trenitalia che non hanno abbastanza appoggi politici.

E soprattutto non mettere ostacoli a chi fa impresa in questo settore: vogliamo parlare dei limiti agli orari d’apertura di bar e locali notturni? Della guerra di qualsiasi comune dal Brennero all’Aspromonte, isole comprese, ai tavolini all’aperto di bar e ristoranti? Delle tasse di soggiorno? Nei pochi posti in cui l’offerta alberghiera è insufficiente, suppliscono i piccoli privati con i B&B, e ovviamente AirBnB, che ha dato un enorme impulso a questa attività, è nel mirino di politici di ogni colore, con tasse e limitazioni di ogni tipo.

E veniamo quindi all’attività che farebbe Cassa Depositi e Prestiti per promuovere il turismo. Ha forse aperto nuove strutture turistiche? La risposta è NO.

Il Fondo Turismo 1, sta invece impegnando decine di milioni per rilevare strutture alberghiere esistenti, e darle in gestione a gruppi alberghieri il cui valore azionario è nello stesso ordine di grandezza dei gruppi alberghieri stessi. Per capirsi, se pago 82 Milioni € per una partecipazione pari al 23% nella Rocco Forte Hotels, vuol dire che sto valutando l’intero gruppo 356 Milioni €. Allo stesso modo se pago 20 Milioni € per il 49,5% della TH Hotels, vuol dire che sto valutando l’intero gruppo 40,4 Milioni €.

Th Resort Marina di Pisticci acquisito da CDP

A fronte di questi valori, il Fondo Turismo 1 spende oltre 89 Milioni € (con disponibilità di spesa fino a 250 Milioni €) per comprare villaggi turistici e hotel da dare in gestione ai due gruppi menzionati. Immaginiamo che la gestione da parte di questi due gruppi comporti un congruo affitto che costituirà l’introito del Fondo Turismo 1. In ogni caso i due gruppi partecipati da CDP hanno potuto prendere in gestione delle strutture di enorme valore, rispetto alle dimensioni societarie dei gruppi stessi, ma acquistate da una società “sorella” della controllante CDP Equity. Diciamo che uno zio ricco compra un hotel che per il momento non mi posso permettere, e me lo da in gestione. Non sono state in ogni caso aperte strutture nuove, cosa che dovrebbe corrispondere alla finalità del Fondo Turismo: sono solo state date in gestione ai gruppi partecipati da CDP delle strutture esistenti. E’ questo che si intende per promozione dell’industria turistica in Italia?

C’è inoltre da dire che l’attività nelle altre componenti immobiliari (non turistiche) della CDP Investimenti SGR sta andando incontro a pesanti perdite, dovute a investimenti sbagliati, di cui daremo conto in futuri articoli. Sarà più fortunato il Fondo Turismo?