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Vaiolo, Covid e Hiv. Ecco cosa si nasconde nello strano caso dell’italiano che ha tre infezioni contemporaneamente

Pubblicato il 24/08/2022 12:28 - Aggiornato il 24/08/2022 14:58

L’uomo, un siciliano di 36 anni, ha trascorso 5 giorni in Spagna dal 16 al 20 giugno 2022. Nove giorni dopo, ha sviluppato febbre (fino a 39°C), accompagnata da mal di gola, affaticamento, mal di testa ed aumento del volume di linfonodi nella zona inguinale. Il 2 luglio è risultato positivo al SARS-CoV-2. Nel pomeriggio dello stesso giorno ha iniziato a svilupparsi un’eruzione cutanea al braccio sinistro. Il giorno successivo sono apparse sul busto, sugli arti inferiori, sul viso e sui glutei piccole e dolorose vescicole. Il 5 luglio, a causa di una progressiva e ininterrotta diffusione di pustole, si è recato al pronto soccorso del Policlinico “G. Rodolico – San Marco” di Catania, Italia, e successivamente è stato trasferito al reparto di Malattie Infettive.
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Tre virus in una volta

Al ricovero, il paziente ha riferito di essere stato curato per la sifilide nel 2019. Nel settembre 2021 ha eseguito un test HIV con esito negativo. È stato vaccinato per SARS-CoV-2 con due dosi del vaccino di Pfizer (l’ultimo nel dicembre 2021) e aveva già contratto il COVID-19 nel gennaio 2022. Ha anche riferito di aver avuto rapporti sessuali senza preservativo con uomini durante la sua permanenza in Spagna, da qui il probabile contatto con il cosiddetto “Monkeypox”. Il secondo giorno di ricovero (6 luglio 2022), visto l’alto sospetto di vaiolo delle scimmie supportato dalle caratteristiche lesioni cutanee, nonché un recente viaggio in Spagna, l’uomo viene sottoposto a diversi tamponi. I campioni sono stati confermati positivi al virus del vaiolo delle scimmie e SARS-CoV-2. Dai test sierologici l’uomo è risultato positivo anche all’HIV-1.
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L’opinione degli specialisti

A raccontare la sua storia sono stati gli specialisti del policlinico Rodolico-San Marco di Catania e dell’ospedale universitario Paolo Giaccone di Palermo, sul Journal of Infection, la rivista della società britannica degli infettivologi. “Questo caso evidenzia come i sintomi del vaiolo delle scimmie e del Covid-19 possano sovrapporsi e corrobora come la raccolta anamnestica e la definizione delle abitudini sessuali siano cruciali per eseguire la diagnosi corretta”. Gli esperti hanno poi aggiunto che “Data l’attuale situazione sanitaria, con una pandemia che non è ancora conclusa e un numero di casi crescenti di vaiolo delle scimmie, occorre però incentivare l’effettuazione di uno screening per le infezioni sessualmente trasmesse nei soggetti a rischio”.
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Tamponi e quarantena per contrastare il virus

Un altro aspetto significativo che emerge dalla storia di questo paziente è l’elevata persistenza di “Monkeypox” nell’organismo. Infatti, sebbene non ci fossero nuove lesioni e quelle già presenti fossero in via di guarigione, anche il tampone orofaringeo effettuato il 19 luglio è risultato positivo al vaiolo delle scimmie: “Il virus del vaiolo delle scimmie può resistere nella saliva oltre venti giorni e ben oltre la guarigione clinica”. Secondo Santi Nolasco, pneumologo al policlinico di Catania, un paziente può essere infettivo al di là della scomparsa delle manifestazioni cutanee dell’infezione, per questo occorre “promuovere l’adozione di misure di profilassi adeguate”. Dunque, inizia a prendere piede tra i medici l’idea di consigliare lo screening attraverso i tamponi e l’isolamento rispetto ad altri individui e animali anche per il Monkeypox.

La profezia della Von Der Leyen e quella del Dott. Barbaro

Che il prossimo passo sia l’imposizione di un bel vaccino per le categorie “a rischio”? Vedremo. Una cosa è certa, nel marzo del 2021 la Von Der Leyen fu profetica nel dire “Preparatevi all’era delle pandemie“. Un anno dopo ci troviamo a fare i conti con Covid, Monkeypox, Poliomielite e presto anche con l’influenza stagionale. Tutte cose per cui, chiaramente, ci vuole una bella puntura. Di contro, però, nemmeno un mese fa il prof. Barbaro, responsabile del Dipartimento Salute di Italexit, fu altrettanto profetico nello spiegare a che cosa stavamo andando incontro. Lo specialista ha infatti spiegato che «Il vaccino anti-Covid ha portato alla risalita della virulenza dell’HIV, per cui risultano sieropositivi che mostrano alcune manifestazioni cutanee tra cui forme estese di Herpes Zoster». E ancora: «Questi casi sono fatti passare per una nuova malattia (Monkeypox ndr) perché devono mascherare l’evidente fallimento del vaccino, che ha indotto questa nuova sindrome di immunodeficienza acquisita che ne comporta la riattivazione».

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