I DPCM di Conte sono illegittimi. Questo è quanto afferma il tribunale di Pisa in composizione monocratica (n. 1842 dell’ 8.11.2021). Un’altra sentenza si aggiunge alle precedenti e decreta l’illegittimità dei provvedimenti del Governo Conte, i quali sono stati riconosciuti ufficialmente come compromettenti per le libertà fondamentali dei cittadini. I due decreti-legge che hanno consentito a Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dell’epoca, di emanare DPCM sono stati il 6/2020 e il 19/2020. Il secondo ha sostituito il primo perché lo stesso Governo si è reso conto che il decreto-legge 6/2020 costituiva una completa “delega in bianco” ad un provvedimento amministrativo di “fare ciò che voleva delle libertà e dei diritti degli individui”.
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”In conclusione”, si legge in uno stralcio della sentenza, ”la delibera dichiarativa dello stato di emergenza adottata dal Consiglio dei ministri il 31.1.2020 è illegittima per essere stata emanata in assenza dei presupposti legislativi, in quanto non è rinvenibile alcuna fonte avente forza di legge, ordinaria o costituzionale, che attribuisca al Consiglio dei Ministri il potere di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario”. E ancora: ”A fronte della illegittimità della delibera del Cdm del 31.01.2020 – viene sottolineato nella sentenza, alla pagina 23 – devono reputarsi illegittimi tutti i successivi provvedimenti emessi per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19, nonché tutte le successive proroghe dello stesso stato di emergenza”.
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L’impianto legislativo del Governo Conte continua a perdere pezzi e credibilità. Finalmente sembra che una parte di magistratura si stia svegliando dal torpore burocratico, decretando le illegittimità di cui il popolo italiano continua ad essere vittima da due anni a questa parte. Italexit con Paragone è stato precursore di tutto questo e, nondimeno, tra i primi ad invocare tale risveglio attraverso l’iniziativa “C’è un giudice a Berlino?”, portata avanti in tutta Italia la scorsa estate.