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E Pompeo disse a Conte: “Prendete i caccia F-35”

Pubblicato il 08/10/2019 12:55 - Aggiornato il 18/11/2019 17:37

Lontano dai sorrisi con cui Giuseppe Conte e Mike Pompeo, il segretario di Stato americano, rassicuravano tutti sulla volontà Usa di non accanirsi contro il made in Italy colpendolo con i dazi (pure in arrivo eh, sia chiaro), un’altra questione preoccupava non poco i delegati di Trump in visita sul nostro territorio. Quella degli F-35, i famigerati caccia stealth protagonisti, lontano da orecchie indiscrete, di una lunga chiacchierata.

Come scrive il Corriere della Sera, infatti, tra gli obiettivi di Pompeo una volta arrivato a Roma c’era quello di invitare l’Italia a pagare gli arretrati sui caccia già acquistati e farsi carico di un ulteriore acquisto. Conte avrebbe rassicurato: “Faremo la nostra parte”. A oggi, l’Italia ha acquistato 14 caccia F-35, di cui 13 “completamente finanziati”, come precisato in Senato dall’allora ministro della Difesa Trenta. Entro il 2022, il totale dovrebbe salire a 28.

Ma la cifra in futuro dovrebbe lievitare ancora, fino a raggiungere il totale di 90. I costi? 14 miliardi di euro per il solo acquisto, ai quali vanno aggiunte le spese per gli aggiornamenti (necessari di tanto in tanto) dei software. Una situazione bizzarra per un Paese che vede l’industria Leonardo a sua volta tra le produttrici dei caccia, selezionata dagli stessi Usa per sfornare ali complete che vengono poi assemblate sul suolo americano. Le spese per la realizzazione e l’acquisto dei caccia sono però molto superiori all’importo dei contratti stipulati da aziende italiane per la produzione di F-35.

Non solo i caccia, però. Pompeo ha sottolineato anche la necessità per l’Italia di “aumentare gli investimenti nella difesa collettiva della Nato”. Da tradurre come richiesta di installare nuove basi militari, magari in cambio di dazi più leggeri su olio, parmigiano e via dicendo. E garanzie sull’arrivo nel Bel Paese delle bombe nucleari a stelle e strisce B61-12, che andranno a sostituire le vecchie B-61. Immancabile, prima di tornare a Washington, la visita a San Pietro del segretario di Stato. Per raccogliersi in solenne riflessione e parlare di diritti umani messi in pericolo a varie latitudini del mondo. Non notate qualche incoerenza di fondo?

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