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Munchau del Financial Times: “Italia e Spagna piegate. Il Recovery Plan è della Merkel”

Pubblicato il 27/04/2020 13:07

Mentre il premier Conte anche nella conferenza di ieri sera, in cui ha annunciato gli step della Fase 2, continua a lodarsi per il grande risultato del Recovery Plan, da più parti fanno notare che le cose non stanno esattamente come sostiene il nostro premier. Lo fanno fior di economisti e commentatori, tra cui Wolfgng Munchau, editorialista del Financial Times, il quale spiega: “Italia e Spagna sono state piegate. Il piano di risanamento sarà la versione tedesca: un aumento temporaneo del bilancio dell’UE, attraverso garanzie, quindi debito, erogate come prestiti. L’UE non fa macro. Solo crediti.” Nel commento del suo think tank eurointelligence, ripreso dall’antidiplomatico, si legge come: “Il Consiglio europeo ha accettato la versione di Angela Merkel, non il coronabond o la proposta spagnola”.

Argomenta Munchau: “Come riferito dalla FAZ questa mattina, il piano prevede che l’UE aumenti la sua capacità di bilancio dall’attuale 1,2% al 2%, per un periodo da due a tre anni. Questo aumento non avverrà sotto forma di contributi diretti da parte degli Stati membri, ma di garanzie. Il documento fissa il volume annuale a € 100 miliardi all’anno, che sarebbe circa lo 0,6% del PIL dell’UE-27 nei nostri calcoli. Il totale dei prestiti potrebbe essere nell’ordine di € 250-300 miliardi nel periodo. Questo ulteriore prestito non è il fondo stesso, che la Commissione spera di sfruttare per ottenere dimensioni maggiori. Una parte dei fondi sarà messa a disposizione direttamente sotto forma di sovvenzioni, un’altra parte genererà investimenti attraverso prestiti e dovrà essere sfruttata affinché il pacchetto complessivo raggiunga la dimensione obiettivo. Questa è la grande decisione politica che deve ancora essere presa”.

Ancora Munchau: “Gli olandesi e i tedeschi si differenziano per diplomazia e lingua, ma raccomandiamo ai lettori di non innamorarsi della retorica della solidarietà. Entrambi i paesi vogliono che la maggior parte degli esborsi sia sotto forma di prestiti. Questo è anche ciò che pensiamo accadrà. I sostenitori dei coronabond hanno perso questa battaglia, in parte perché non avevano un piano strategico. Sono stati ingannati da Angela Merkel e dai suoi alleati, che hanno una comprensione molto più profonda di ciò che l’UE può fare in una situazione come questa. L’Unione europea può certamente aumentare il debito, ma non può fungere da stabilizzatore fiscale ai sensi degli attuali trattati”.

“Se Giuseppe Conte – sottolinea Munchau – avesse davvero desiderato un coronabond, avrebbe dovuto fare squadra con Emmanuel Macron e Pedro Sánchez. Ma ciò non è accaduto. Benoît Coeuré ha fatto ieri una serie di saggi commenti di fronte al Senato francese, in cui ha sottolineato l’utile ma limitato ruolo che la BCE può svolgere nel prossimo triage del debito del settore pubblico e privato. Ha detto che la sostenibilità del debito è un concetto politico. La BCE svolgerà un ruolo limitato a supporto del processo, ma non sarà l’attore principale in questo gioco. L’impatto della crisi sul debito del settore pubblico dipenderà in gran parte da quali società saranno inadempienti sui prestiti garantiti da garanzie statali”.

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