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La “grande scommessa” della Germania sulla crisi dell’Italia. Lo sciacallaggio è pronto

Pubblicato il 20/03/2020 11:25

Ricordate il film “La grande scommessa”? Bene, ci risiamo. Secondo diversi osservatori, ad esempio, ci sono molti Stati, Germania in testa, che stanno scommettendo sulla crisi italiana. Adesso lo sussurra persino Fubini, pensate. Ora lo stesso Fubini sul Corriere della sera accusa la Germania di volerci portare nelle stesse condizioni della Grecia per riservarci il medesimo trattamento: privatizzazioni, licenziamenti nel pubblico impiego, abbassamento dei salari, tagli a tutto ciò che si può tagliare senza pietà. Paolo Desogus su lantidiplomatico.it prova ad analizzare questa scommessa tedesca: “Occorre prendere le distanze dalla Germania e dai sacri dogmi di Maastricht”.

Come è possibile che anche l’Italia possa subire un trattamento simile nonostante sul piano economico rappresenti uno dei paesi più industrializzati del mondo, dotato di un welfare state e di un sistema d’istruzione occidentale tra i migliori – sì, nonostante l’UE tra i migliori -, presente nelle principali sedi internazionali e con un esercito professionale di buon livello? Spiega Desogus: “È dall’ideologia del vincolo esterno e della governance che discendono la spoliticizzazione e il depauperamento intellettuale, morale e civile del paese: da cui discendono cioè le condizioni politiche e culturali per attaccare anche un grande paese come l’Italia”.

“Se la Germania pianifica un attacco contro di noi è possibile proprio perché prevede che l’Italia non abbia il coraggio di difendere il proprio interesse nazionale e non disponga più della forza politica per trarsi fuori dalle maglie economico-poliziesche della Trojka e intraprendere una strada autonoma, con nuovi partner internazionali e con alleanze europee bilaterali. Per carità è un bene che anche Fubini come molti altri (ieri persino Cacciari, sì Cacciari, si è lanciato contro l’UE) abbiano cambiato idea. Ma il ravvedimento non basta, occorre reagire nel più breve tempo possibile e mostrare anche alla Germania che l’Italia è in grado di difendere il proprio interesse nazionale anche al costo di rinunciare all’euro”.

Conclude Desogus: “Voglio proprio vedere l’associazione a delinquere che sta alla testa delle banche tedesche come reagirebbe nel caso in cui i mutui italiani venissero riconvertiti in lire. C’è poco da scherzare, occorre essere pragmatici: criticare i trattati di Maastricht non basta più, occorre far saltare il tavolo”.

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