Questa ci mancava. Non basta il Grande Fratello finanziario, adesso arriva anche il robot incaricato di spulciare ogni nostro dato per capire se possiamo avere un prestito oppure no. E Bankitalia che sposa questa pratica. Intelligenza artificiale e algoritmi simili a quelli utilizzati dai social network, prenderanno decisioni al posto degli esseri umani. Parola di Alessandra Perrazzelli, vicedirettore generale di Bankitalia. A darne notizia è Attilio Barbieri su Libero che riporta una lectio magistralis tenuta dalla vicepresidente all’Università di Genova. In quell’occasione, la Perrazzelli ha illustrato ai partecipanti potenzialità e rischi della tecnofinanza applicata agli istituti di credito. E qui veniamo al nostro problema.
Alla ricerca dei risparmi sui costi operativi, tutte le grandi banche italiane si sono avviate sulla strada della disintermediazione. “Tra il 2017 e il 2019”, dice la Perrazzelli, “il numero degli sportelli attivi sul territorio nazionale è diminuito di circa il 15%, con 4.300 filiali chiuse”, ma “la disponibilità dei canali digitali fa sì che la riduzione del numero dei punti di contatto fisico con il cliente non comporti più, a differenza di quanto accadeva in passato, perdite di quote di mercato, almeno per quanto riguarda i conti di deposito. I guadagni in termini di costi operativi sono invece potenzialmente molto elevati”.
Precisa Barbieri che “a patire le conseguenze di queste chiusure, oltre ai lavoratori bancari interessati, è la clientela tuttora non digitalizzata, gli over 50, molti artigiani e commercianti. Ma di questo, la numero due di Bankitalia non si è occupata. Gli anziani? Si arrangino. Alla Perrazzelli interessa al contrario spiegare agli studenti che ‘l’utilizzo della robotica per l’esecuzione delle mansioni ripetitive – ad esempio l’acquisizione e la verifica delle informazioni connesse con una richiesta di prestito – riduce significativamente i tempi di lavorazione delle pratiche, consentendo ai dipendenti di concentrarsi su operazioni più complesse che valorizzano l’interazione umana e l’apporto soggettivo nell’assunzione delle decisioni'”. Ma così il grosso del lavoro di valutazione dell’affidabilità dei clienti, ricade nel perimetro dei sistemi robotizzati.
Il Robot deciderà se concedere o meno un prestito ad un cliente, spulciando sulle stracce che lascia sul web. Social media e non solo. Non basteranno più le garanzie a copertura di un affidamento, come immobili, titoli e conti vincolati: “L’utilizzo di dati digitali e di nuove metodologie rafforza la capacità degli intermediari di valutare la rischiosità dei prenditori di fondi”. Chi possano essere i destinatari di queste attenzioni virtuali è presto detto: i “soggetti più opachi”, spiega la vicedirettrice di Bankitalia. Che non sono né gli affiliati a organizzazioni criminali e neppure gli evasori, come potrebbe indurre a ritenere la terminologia. Bensì “le startup e le piccole imprese, con ridotta storia creditizia”.
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