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Zingaretti ha nominato un imputato per abuso d’ufficio direttore della Asl Roma-5

Pubblicato il 12/11/2019 15:56 - Aggiornato il 16/11/2019 11:12

Giorgio Giulio Santonocito, appena dimessosi da commissario straordinario dell’Asp di Agrigento, è stato nominato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, direttore della Asl Roma-5. Peccato, però, che Santonocito – come riporta Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Bisbiglia e Sabella – sia stato rinviato a giudizio nel procedimento che lo vedeva indagato con l’accusa di aver conferito, in qualità di direttore generale dell’azienda ospedaliera di Catania, un incarico da 40mila euro come medico esterno a Valentina Scialfa. La nomina risale al 2015 e in quel momento Scialfa era assessore alla Scuola dall’allora sindaco del comune etneo, Enzo Bianco, del Pd.

“Il direttore generale – si legge nell’articolo del Fatto – ha optato per il giudizio abbreviato e sarà giudicato il primo aprile del 2020. Era stato il Codacons, che si è costituito parte civile, a denunciare nel 2016 la violazione delle norme per l’accesso ad incarichi professionali nella pubblica amministrazione attraverso un esposto alla procura di Catania, da cui è partito il processo, e all’Anac, l’Autorità anticorruzione. Santonocito ha partecipato a un bando varato dalla giunta del Lazio il 28 dicembre 2018 e il suo nome è stato scelto formalmente da Zingaretti il 2 settembre scorso, in una rosa di 17 candidati”.

A quanto si è potuto apprendere, il decreto di nomina è slittato in maniera inusuale per oltre 6 settimane proprio per permettere all’avvocatura regionale di approfondire il profilo penale del dottor Santonocito. “In questo lasso di tempo – spiegano dalla Regione Lazio – il dirigente sanitario ha ottenuto dalla Corte dei Conti l’assoluzione in un altro procedimento”. Precisano sul Fatto: “Il decreto legislativo 502/92, che regola le nomine dei direttori generali, sembra salvare – almeno fin qui – la posizione del manager siciliano, escludendo dal lotto “coloro che hanno riportato condanna, anche non definitiva (…) a pena detentiva non inferiore a sei mesi per delitto non colposo commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con abuso dei poteri” e “coloro che sono sottoposti a procedimento penale per delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza”.

“Ho scelto l’abbreviato proprio perché sono sereno e convinto che quella nomina fosse assolutamente legittima – spiega Santonocito raggiunto da ilfattoquotidiano.it – Ho fatto un concorso, ed è andata bene. Avevo provato le selezioni anche in altre regioni. La mia è una scelta personale, familiare e professionale. E lascio la Sicilia anche con un po’ di dispiacere, visto che lavoro nella pubblica amministrazione siciliana da circa 20 anni”.

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