Lo stato di emergenza in Italia potrebbe essere stato accantonato soltanto momentaneamente. Entro la fine di luglio, infatti, il governo sarebbe pronto a proclamarlo di nuovo, dopo la fine del precedente fissata per il 31 marzo scorso. Il motivo, stavolta, sarebbe però diverso: non più l’emergenza Covid, nonostante il ministro della Salute Speranza stia già ragionando sulla possibilità di una nuova campagna di vaccinazione, bensì la siccità.
A richiedere lo stato di emergenza sono stati infatti diversi governatori regionali, soprattutto nelle zone del bacino del Po. Qui i danni all’agricoltura e allevamenti a causa della mancanza di piogge stanno già assumendo dimensioni imponenti, con le stime che parlano di 1 miliardo di euro di danni. Il governo starebbe così cercando di arginare il problema con un nuovo decreto, che potrebbe vedere la luce entro breve.
Le nuove norme dovrebbero essere volta al razionamento delle risorse. Si ipotizza, per esempio, una gestione centellinata dell’acqua che in alcune zone, con tanto di stop dell’erogazione nelle ore notturne e divieto di riempire piscine. Dovesse perdurare la siccità ecco che l’esecutivo potrebbe decidere di introdurre poi lo stato di emergenza.
A differenza del precedente stato di emergenza, valevole per tutta Italia, questa volte potrebbe però essere applicato soltanto a specifiche Regioni, soprattutto quelle del Nord maggiormente interessate dalla siccità. In queste ore, le associazioni a difesa del territorio hanno sottolineato come, stando alle stime, il 28% del territorio nazionale sarebbe ormai a rischio desertificazione, soprattutto alcune aree del Sud ma anche del Nord, come la zona della Pianura Padana dove è concentrato il 30% del raccolto nazionale.
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