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“Sul Covid Montagnier aveva ragione, anche se gli davano del pazzo”: la spiegazione dell’oncologo Bizzarri

Pubblicato il 05/05/2022 09:48

Luc Montagner aveva ragione sulle origini del Covid e su quanto avvenuto nei laboratori cinesi di Wuhan. A dirlo è stato Mariano Bizzarri, oncologo e ricercatore presso il dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma. Il docente è intervenuto nelle scorse ore in Senato per presentare il libro “Covid19, un epidemia da decodificare”. Durante l’incontro organizzato dal fondatore di Italexit Gianluigi Paragone, Bizzarri ha sottolineato come negli ultimi giorni siano stati pubblicati “4 articoli e una relazione dirompenti” su prestigiose riviste scientifiche. Testi di cui, però, la stampa mainstream non parla.

“In uno di questi – ha spiegato Bizzarri – si legge che il Covid è stato modificato ed è uscito dai laboratori cinesi. Qualcuno vuole farlo notare o facciamo finta di niente? I ricercatori americani insieme a quelli cinesi hanno trasformato un virus della famiglia dei coronavirus in un patogeno molto più aggressivo, modificandolo con l’introduzione di una parte del virus dell’Hiv. Quando il professor Luc Montagnier lo diceva gli davano del pazzo. E invece ci sono anche le prove, tanto che il 2 gennaio 2020, un mese prima che l’Oms lanciasse ufficialmente l’allarme Covid, 41 pazienti cinesi erano già ricoverati con i sintomi del virus”.

“La testata Lancet – ha proseguito Bizzarri – ha poi pubblicato una meta-analisi sostenendo che anche dopo 3 dosi di vaccino l’efficacia di questi farmaci resta al di sotto del 50%. Su Nature è invece apparso un articolo che parla degli effetti collaterali di cui vediamo oggi soltanto la punta dell’iceberg, con il forte rischio che soltanto nei prossimi anni saremo davvero consapevoli delle conseguenze sulla salute nostra e delle generazioni future. Ultima notizia, l’aumento del 25% di miocarditi e patologie cardiache fatte registrare in Israele tra le nuove generazioni, vaccinate”.

Durante l’incontro, Bizzarri ha anche evidenziato i limiti del tampone molecolare: “Secondo il New York Times, tra l’80 e il 90% dei test positivi sono fasulli, visto che una persona può risultare positiva senza però veicolare il virus. Positivo, quindi, ma non infettante. Fare informazione così, con dati sempre sovrastimati, è fare terrorismo mediatico. Altro errore è stato commesso sul fronte delle statistiche relative alla mortalità. La Svezia, che non ha fatto lockdown e ha imposto restrizioni minime, ha per esempio la metà dei morti dell’Italia. La causa di morte dovuta esclusivamente al Covid è in realtà presente soltanto nel 23% dei casi comunicati ufficialmente”.

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