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Storie di italiani prigionieri del Green Pass: guariti dal Covid, non possono andare in vacanza

Pubblicato il 07/07/2021 09:42

Prima, gli italiani hanno dovuto subire il più classico dei ricatti da parte del governo Draghi: se vuoi viaggiare devi avere il Green Pass, e per avere il Green Pass devi sottoporti a vaccino. Un obbligo vero e proprio, insomma, alla faccia delle libertà riconosciute dalla Costituzione. Poi, non bastasse, ecco arrivare anche la classica beffa successiva al danno. Ottenere la tanto famigerata certificazione si sta rivelando, in molti casi, tutt’altro che facile, sulle regole ogni Stato va per la sua strada e così le vacanze, dopo tanta attesa, rischiano di trasformarsi in un incubo.

Storie di italiani prigionieri del Green Pass: guariti dal Covid, non possono andare in vacanza

Tante le testimonianze arrivate in queste ore di italiani che, nonostante i requisiti perfettamente in regola, non sono ancora stati riconosciuti dal sistema informatico che gestisce il rilascio del Green Pass e quindi non hanno potuto ottenerlo. È la storia, per esempio, di Luigi e Stefania, una coppia che ha contratto il Covid-19 e che a Pasqua è fortunatamente guarita dalla malattia. Il test sierologico ha confermato un alto numero di anticorpi, il medico ha consigliato loro di aspettare la fine dell’estate per il vaccino. Teoricamente, avrebbero diritto al certificato, con validità 6 mesi. In pratica, però, non sono ancora riusciti a ottenerlo.

Un caso non isolato. Gli italiani che avrebbero diritto al Green Pass ma non riescono a scaricarlo e partire per le vacanze sono in realtà milioni, ignorati dal sistema che continua a rifiutare di riconoscere la loro situazione nonostante i tanti solleciti già inviati. Il ministero della Salute ha fatto sapere di essere al lavoro per risolvere il prima possibile la situazione, ma i problemi continuano. E così il passaporto vaccinale ha finito per prendere in ostaggio tanti cittadini: “Siamo guariti, ma nessuno lo sa”. E addio bei programmi di viaggi verso mete lontane, in cerca di un po’ di meritato relax.

Non bastasse, c’è poi il problema, irrisolto, della gestione dei pass: a livello comunitari, la Commissione Ue ha stabilito che il Green Pass ha validità dopo la seconda dose di vaccino, lasciando libertà agli Stati membri di poter fare entrare o meno chi ha ricevuto soltanto la prima somministrazione. Una scelta condivisa, per esempio, da Italia, Croazia, Austria e via dicendo. Bene però, prima di programmare un spostamento, informarsi sulle decisioni prese dallo Stato di destinazione. Perché non è detto che i requisiti validi all’interno dei propri confini lo siano anche fuori.

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