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Storia di Riccardo che vive in un automobile e di uno Stato che se ne frega dei deboli.

Pubblicato il 03/06/2020 11:59 - Aggiornato il 03/06/2020 12:13

Nel parcheggio dell’Asl dell’Isolotto a Firenze c’è un uomo che vive da 15 giorni nella sua macchina. “Il Giornale” racconta la storia di Riccardo che ha 61 anni e che faceva il muratore. Con l’inizio della pandemia la sua vita, già piena di difficoltà e ingiustizia, diventa un  incubo: “Quando si è iniziato a parlare del virus l’azienda non mi ha più chiamato…ora ho perso il lavoro, la casa, la dignità”. 

Ma i problemi vi erano già da prima. 15 anni fa Riccardo è caduto dalle scale della casa in cui viveva con sua moglie e i suoi due figli, rompendosi il bacino e portandosi dietro danni permanenti che non gli consentiranno più di camminare senza stampella e che lo porteranno a stancarsi facilmente. Gli viene riconosciuta una disabilità per cui riceve 700 euro di pensione.

Non può più svolgere la professione di muratore, così perde il posto regolare presso l’azienda edile per cui lavorava e grazie alla quale riusciva a mantenere la sua famiglia. 700 euro non bastano per crescere due figli e pagare l’affitto. Inizia la ricerca di un altro impiego, ma in Italia trovare lavoro è impossibile. E lo è ancora di più se hai una disabilità al 70%.

Così, pur di andare avanti il papà nel corso degli anni si è arrangiato, accettando tutto e privandosi di qualsiasi tipo di tutela: “Non sono più riuscito a trovare nessuno che mi assumesse con un contratto regolare e ho iniziato a fare qualche lavoretto a nero”. 

Adesso con la crisi e il lockdown Riccardo ha perso quel poco che aveva. È costretto a vivere dentro la sua utilitaria; l’unica cosa che può fare è spostarsi da una parte all’altra del parcheggio per “sfuggire al sole”. 

Riccardo è separato dalla moglie e i figli vivono con la madre a 50 km da Firenze. Sta cercando qualcuno che gli possa tenere le cose che ha nella macchina: “Devo svuotarla, sabato abbiamo fissato un incontro con i miei figli. Mi vergogno a farmi vedere in queste condizioni”. 

Non è Riccardo a doversi vergongnare. Lui è vittima di uno Stato che fallisce perchè incapace di tutelare e garantire la possibilità di vivere una vita dignitosa ai cittadini.