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Fazio, la Rai e le zero domande a Speranza sul caso che lo ha travolto. E la chiamano “intervista”

Pubblicato il 12/04/2021 15:59 - Aggiornato il 17/05/2023 12:00

Dopo la pubblicazione della chat tra Ranieri Guerra e Silvio Brusaferro sull’affaire del report scritto da Zambon e fatto rimuovere in 24 ore, sul ministro Roberto Speranza si è alzato un vero polverone. Un polverone così grande che i giornaloni e la tv pubblica hanno fatto fatica a contenere. Ci si sono dovuti mettere d’impegno. E così a guardare un certo tipo di informazione, oggi, sembra come se non sia successo nulla, come se non sia grave quanto scritto da Guerra e Brusaferro, come se non sia grave che le loro chat tirino in ballo direttamente il ministero. E così, mentre sull’altro fronte dell’informazione, quello non asservito, si fanno circolare quei messaggi e si chiedono le dimissioni del ministro, su Rai3 – la tv pubblica e che fa servizio pubblico – Fabio Fazio apparecchia la tavola a Speranza e non gli fa una sola domanda sulla vicenda. Paghiamo il canone, dunque, per far dire al ministro quello che vuole, senza nemmeno chiedergli legittime spiegazioni su un fatto gravissimo su cui sta indagando la procura di Bergamo. Ma procediamo con ordine. (Continua a leggere dopo la foto)

Ieri, 11 aprile, è andata in onda mezz’ora di intervista di Fabio Fazio a Speranza. Intervista per modo di dire. Come solletica Giuseppe Di Lorenzo su Il Giornale, “ci sarà un motivo se Roberto Speranza nel suo libricino (pubblicato e poi ritirato) riserva cordiali ringraziamenti a Fabio Fazio e a pochi altri eletti giornalisti. Lo si è capito ieri sera, quando nel salotto radical chic di Che tempo che fa il conduttore aveva l’occasione di bombardare il ministro della Salute su milioni di argomenti e invece ha deciso di regalargli la scena senza punzecchiarlo mai. O meglio, fingendo di farlo su temi assolutamente futili tipo la riapertura delle scuole, il “perché non abbiamo i vaccini che servono”, la variante inglese che corre e fregnacce varie. Roba trita e ritrita”.

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Speranza è nell’occhio del ciclone, con una vicenda che riguarda l’Italia intera, e quindi tutti noi, perché ricordiamo si tratta di un report insabbiato, e non gli si fa nessuna domanda in merito. Non un accenno al piano pandemico del 2006 mai aggiornato che avrebbe salvato – come analizzano in molti – almeno 10mila vite? Continua Di Lorenzo nella cronaca di questa “intervista” farsa: “A tre minuti dalla fine, Fazio ha promesso l’ultima domanda. Immaginatevi la scena. Tu sei lì, sul divano, sdraiato da 23 minuti di noia, e l’annuncio ha l’effetto di una scarica elettrica. Esulti: ‘Evviva, eccoci finalmente: ora lo incastra’. Gli domanderà degli sms tra Ranieri Guerra e Silvio Brusaferro, quelli che dimostrano come il capo di gabinetto del ministro, Goffredo Zaccardi, fosse a conoscenza del tentativo di insabbiare il report Oms di Francesco Zambon? Gli chiederà cosa pensa di quel dossier che distruggeva il mito del “modello Italia” nella lotta alla pandemia? O dell’inchiesta della procura di Bergamo?”. Secondo voi come è andata a finire?

Nulla. Fazio ha concluso chiedendogli dell’accordo coi sindacati per iniettare i vaccini nelle aziende. “Alla faccia del servizio pubblico”, chiosa giustamente Di Lorenzo. E poi arriva anche affaritaliani.it a ricordarci che, oltre al salotto buono di Fazio, oggi a Speranza sono toccate anche “due pagine di intervista su Repubblica. Sebbene il tema delle due interviste sia il Covid, nessun accenno, invero doveroso, del ministro della Salute Roberto Speranza al pasticciaccio dell’insabbiamento del vecchio piano pandemico da parte del vicedirettore vicario dell’OMS Ranieri Guerra, ora indagato da parte della procura della Repubblica di Bergamo”. Insomma, noi siamo fieri di informare. Loro, boh!

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