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Cts, scontro frontale con Sileri: mentre l’Italia è al palo questi litigano via tv

Pubblicato il 08/10/2020 15:14

Siamo allo scontro frontale tra il Comitato Tecnico Scientifico (Cts) e il governo. L’ultima bomba l’ha fatta esplodere il viceministro alla Sanità Pierpaolo Sileri. Il quale, andando in onda in prima serata a DiMartedì, su La7, non ha risparmiato colpi al Cts per dare via all’ennesimo scarica barile necessario a mascherare le tante mancanze di questa seconda ondata. La questione centrale è quella relativa ai tamponi. Sileri, senza pensarci due volte, dà la colpa al Cts per i ritardi e le code chilometriche. “Secondo me c’è troppa burocrazia nel Comitato tecnico scientifico. Non si possono aspettare otto ore per i tamponi”, ha detto il viceministro. Apriti cielo.

A quel punto, i componenti del Cts hanno deciso di respingere subito quello che considerano “un attacco frontale e ingiustificato”. In una riunione straordinaria hanno messo come unico punto all’ordine del giorno: “Sileri a La7”. Il programma di Giovanni Floris era ancora in onda mentre in un giro di telefonate – che uno dei tecnici descrive all’HuffingotnPost “infuocatissimo” – molti dei componenti, scienziati e tecnici del Comitato, minacciavano di dimettersi. Nella stessa serata di ieri è maturata l’idea di convocare una riunione straordinaria per decidere sul da farsi. L’orientamento – stando sempre a quanto riporta l’HuffingtonPost nel retroscena – è di rivolgersi direttamente al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con una nota in cui, stigmatizzando l’accaduto, “si chiede al premier un intervento pubblico”. Al Comitato non sono andate proprio giù le dichiarazioni di Sileri.

Incalzato da Floris sui tamponi il viceministro ha detto: “È compito di un Cts al quale arrivano richieste che valutano. I tamponi li compriamo noi su indicazioni loro su cosa fare. Bisogna liberare le persone dalle quarantene, fare sì che ci sia diagnostica più semplice”. Una valutazione “inaccettabile” per gli scienziati e i tecnici del Comitato. “In 112 incontri – spiega uno dei componenti – abbiamo elaborato oltre 550 raccomandazioni e documenti inoltrati subito al Ministero della Salute, ma non ci occupiamo dell’organizzazione dei tamponi che è in capo al Ministero, lo stesso che Sileri rappresenta”. Come a dire, “il nostro compito è un altro”.

In tutto questo, ci sono gli italiani in quarantena senza presunti motivi, alunni e insegnanti chiusi in classe con le mascherine, bus e treni sovraffollati, gente in coda 12 ore per un tampone. Etcetera, etcetera. E il Cts e il Ministero della Salute litigano via tv. “Non si possono attribuire a noi cose di cui non ci occupiamo”. Di qui la decisione di rivolgersi al presidente del Consiglio chiedendogli un intervento, “perché – è la conclusione – non si può permettere a nessuno di incrinare il rapporto di fiducia degli italiani nel Cts in un momento della vita del Paese come quello che attuale, in una prospettiva in cui i casi di contagio sicuramente aumenteranno”.

Dal canto suo, Sileri sembra determinato a non fare marcia indietro. Intervistato a Skytg24, il viceministro ha aggiunto che a suo avviso la composizione del Cts andrebbe rivista e integrata, manifestando stupore sul fatto che il Comitato si sia riunito appositamente per valutare la risposta alle sue dichiarazioni. “Cts infuriato con me? Le mie dichiarazioni sono state solo una richiesta per avere delle risposte. Non ne ho avute molte negli ultimi mesi”.

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