Il Covid ci ha insegnato tante cose. Oltre alla privazione dei diritti, agli obblighi vaccinali e ai licenziamenti coatti, ci ha anche palesato il disastro che sta vivendo da ormai troppi anni la Sanità pubblica. Avevano detto, fin dall’inizio, che larga parte del problema nell’elevatissimo numero di morti – oltre all’incompetenza di Speranza e alle follie strategiche che ha varato – era imputabile proprio alle difficoltà del sistema sanitario nazionale. La mancanza di personale, le strutture fatiscenti, la mancanza di comunicazione tra livelli, etc. Quindi la Sanità è tornata al centro del dibattito di questa campagna elettorale. Ed è interessante andare a vedere cosa propongono i vari partiti per affrontare l’annosa questione. I più “divertenti” sono il Pd e Fratelli d’Italia. Cosa scrivono? (Continua a leggere dopo le foto)
Un interessante resoconto lo ha fatto Michele Bocci su Repubblica: “Prevenzione, sanità territoriale, aumento del finanziamento. La prima costa poco, perché si incentra soprattutto sugli stili di vita, la seconda godrà a breve della pioggia di miliardi del Pnrr, il terzo viene sempre promesso, a ogni tornata elettorale. Tanto poi nessuno si ricorda che i fondi per la sanità (che comunque negli ultimi anni hanno visto un aumento) restano comunque più ridotti di quelli di molti Paesi europei. Sono questi i tre punti ricorrenti nei programmi sulla sanità dei partiti che si avvicinano al 25 settembre, tutti li trattano praticamente allo stesso modo. Ci sarebbero anche le liste di attesa, altro problema sempre attuale, sul quale si offrono soluzioni diverse, comunque sempre mirabolanti. Negli ultimi anni la pandemia ha peggiorato la situazione e chiunque vincerà difficilmente abbatterà le attese in breve tempo”. (Continua a leggere dopo le foto)
Il Pd, per esempio, promette di dimezzarle al 2027, con calma, che fretta c’è. Scrive bocci: “A parte i tre punti detti all’inizio, i principali partiti si dividono su molti temi. La Lega, ad esempio, è l’unica a puntare molto sulla sanità privata, con un programma sanitario molto ‘lombardocentrico’ (e quindi per nulla ispirato al Veneto). Il Covid declinato nei temi di vaccini, mascherine e Green pass è più caro alla destra, che vuole sottolineare come la linea sarà diversa, una volta al governo. Niente obbligo e niente ‘compromissione delle libertà individuali’. E Fratelli d’Italia sembra pure voler introdurre un sistema premiale per chi fa visite e accertamenti richiesti dalla sua patologia. Qualcosa quindi di mai visto”. E questa è la novità davvero più assurda. Un’altra eredità del Covid, un altro strumento di controllo sociale. È mai possibile una “patente a punti” legata alla Sanità? (Continua a leggere dopo le foto)
“Il passaggio più particolare del programma del partito di Giorgia Meloni – scrive Repubblica – prevede una specie di ‘patente a punti del paziente‘. Va infatti ‘rafforzata la medicina predittiva con un meccanismo di premialità nell’accesso al sistema sanitario per chi segue un regolare e concordato percorso di monitoraggio dello stato di salute’. Non è chiaro in cosa queste persone verrebbero favorite ma l’idea è un po’ inquietante”. Eccome se lo è! E poi, sempre dalla Meloni – quelli della “discontinuità con Conte e Draghi” – fanno sapere: “Covid e potenziali nuove pandemie si combattono con misure strutturali, come la ventilazione nelle scuole e negli uffici”, e che il vaccino resta comunque uno “strumento utile per i fragili”. E il Pd? (Continua a leggere dopo le foto)
Il Pd ha Speranza tra i suoi candidati, e anche il televirologo Crisanti, e sostiene in Sanità: “Si promettono investimenti sulle Case di comunità, sulla medicina generale e sugli infermieri territoriali e si punta sulla telemedicina. Nel pubblico deve essere ridotto il ricorso al precariato e vanno rinforzati gli organici, che come noto sono molto in difficoltà, togliendo i tetti di spesa sulle assunzioni. Si propone di realizzare un piano per la salute mentale, riformare i servizi per i non autosufficienti e ampliare l’offerta di assistenza domiciliare per gli anziani. Per rilanciare il sistema sanitario ci vogliono soldi e il segretario Enrico Letta ha detto che gli stanziamenti per la sanità non dovranno mai scendere sotto il 7% del Pil, cioè dal livello al quale si è arrivati quest’anno”.
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