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Ristoranti, altro che riaperture. Arriva l’ennesima presa in giro: il “pranzo lampo”

Pubblicato il 09/04/2021 15:29

I ristoranti sperano di riaprire dopo il 20 aprile. È questa la nuova data che circola nei corridoi del governo. Ma, sempre dal governo, sembra spuntare l’ennesima presa in giro: riaprire sì, ma con “pranzi lampo”. Mentre Campania, Valle d’Aosta e Puglia resteranno in zona rossa, l’Italia arancione spera nelle riaperture, magari prima di maggio. Si tratta di Trentino, Alto Adige, Veneto, Umbria, Marche e Abruzzo che sono rientrate nei numeri da zona gialla. E così tornano a sperare i ristoranti, tra le categorie che più stanno soffrendo chiusure e limitazioni di orari e servizio. Ma per loro si profilano condizioni molto stringenti. (Continua a leggere dopo la foto)

“L’orientamento del governo – scrive il Corriere della sera – è quello di sottoporre agli esperti del Cts di consentire l’apertura dei locali a pranzo ma con un orario ridotto anti-aperitivo. Già, perché i ristoranti dovranno riabbassare la saracinesca per il il servizio alle 15 o alle 16. Naturalmente non prima del 20 aprile, data del check sui dati epidemiologici per possibili aperture decisa nell’ultimo decreto del governo”. Una finestra stretta per il pranzo, dunque. Che è finalizzata a evitare assembramenti e gente fuori dai locali all’ora dell’aperitivo con l’arrivo della bella stagione. (Continua a leggere dopo la foto)

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Una “concessione”, come sottolinea anche Il Tempo, “molto limitante, che restringe ulteriormente la possibilità di recuperare qualcosa da parte delle categorie della ristorazione appese all’asporto e al delivery, che naturalmente non possono compensare le perdite di un anno di stop a singhiozzo. Intanto il governo pensa anche di rinnovare l’esenzione dalla tassa per chi ha spazi all’aperto, ma forse non per i bar”. (Continua a leggere dopo la foto)

Tornano a sperare per una riapertura dopo il 20 aprile anche cinema, teatri, musei e il settore delle mostre che dovevano riaprire il 27 marzo. Ma poi non se ne è fatto nulla. Insomma, il governo continua a procedere a tastoni, non rendendosi minimamente conto della difficoltà della gestione di un locale e della necessità che hanno i ristoranti di avere informazione certe e in tempo celeri.

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