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“Rilevate radiazioni nucleari”. Allarme in Europa: cosa è successo e dove. E una zona piomba in stato d’emergenza

Pubblicato il 06/04/2024 09:23
radiazioni nucleari Norvegia Russia

Paura in Europa e non solo dopo Russia e Norvegia hanno segnalato la rilevazione di radiazioni nucleari di origine sconosciuta. La Russia ha addirittura dichiarato lo stato d’emergenza dopo aver registrato picchi di radiazioni anomale nella città di Khabarovsk, dove si trova una base di missili intercontinentali da armare con testate atomiche. A darne notizia è l’agenzia di stampa russa Tass, facendo sapere che le autorità hanno rilevato livelli elevati di radiazioni vicino a un traliccio elettrico, a circa 2,5 km dagli edifici residenziali della città. Le radiazioni sono state rilevate “in una parte del territorio del distretto industriale, nell’area delle vie Suvorov e Sidorenko. “L’accesso è limitato”, si legge in una nota ufficiale delle autorità di Khabarovsk nella quale puntualizzano anche che “non sussiste alcun pericolo per la salute dei cittadini”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Anche in Norvegia, dicevamo, sono state registrate radiazioni di origine sconosciuta. “La Dsa ha recentemente misurato livelli molto bassi di iodio radioattivo (l-131) presso la stazione di filtraggio dell’aria a Tromsø. Le misurazioni sono state effettuate nella settimana dal 21 al 26 marzo 2024”. Inizia così il comunicato della Autorità per la sicurezza nucleare norvegese (Dsa), che, nonostante le rassicurazioni, ha messo in allarme mezza Europa. Un riflesso condizionato, quando si tratta di radiazioni nucleari e soprattutto in un contesto di guerra come quello che stiamo vivendo. (Continua a leggere dopo la foto)

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Va detto che l’episodio norvegese non ha niente a che fare con un disastro come quello, ad esempio, della vecchia centrale ucraina di Chernobyl e che dalle notizie arrivate fino ad ora è irrilevante dal punto di vista radiologico. La buona notizia è che il “tempo di dimezzamento” dello Iodio 131, il periodo necessario perché decada la metà dei nuclei dell’isotopo presenti all’inizio, è di appena otto giorni. Quindi se la quantità di Iodio 131 presente nell’ambiente è modesta (come nel caso segnalato dall’Autorità norvegese), in poche settimane i suoi effetti radioattivi scompariranno, con la trasformazione in Xenon.

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