Arrivati a questa fase del conflitto, quali sono gli obiettivi di Putin e quali le prossime mosse della Russia? Un interrogativo che si stanno ponendo un po’ tutti, di fronte a una guerra ancora in corso. Con gli americani convinti che il Cremlino voglia “ancora prendersi la maggior parte dell’Ucraina”, come sostenuto pubblicamente dalla numero uno della National Intelligence Avril Haines. I vicini sono ancora più preoccupati e pensano a mire espansionistiche che vadano ben al di là dei confini ucrainim spingendo per mettersi al riparo sotto la protezione della Nato. Non mancano, però, letture opposte.
Come riportato da Fabrizio Dragosei sulle pagine del Corriere della Sera, il politologo Dmitrij Rodionov è invce convinto che Chisinau sia diventata una pedina dell’Occidente. Secondo lui, gli ucraini potrebbero attaccare la Transnistria che è autonoma dagli anni Novanta. Kiev aprirebbe così il secondo fronte per indebolire le forze russe.
Il vicepresidente del Consiglio della Federazione Konstantin Kosachev ha preso di petto Oslo perché la Norvegia “ha bloccato un convoglio di rifornimenti mandato da Mosca ai minatori russi che lavorano nelle isole Svalbard, sul Mar Glaciale Artico”. Secondo il parlamentare sarebbe stato violato l’accordo del 1920 che prevede la libertà per i firmatari (compresa, quindi, la Russia) di sfruttare le risorse dell’arcipelago, con tanto di richeista che venga tolta alla Norvegia la sovranità su quelle terre.
Putin invece è apparso negli ultimi giorni più moderato dei suoi. Rispondendo a una domanda, ha precisato che per quanto riguarda l’Ucraina l’obiettivo iniziale “è sempre lo stesso”, ovvero “la liberazione del Donbass, la difesa di quelle popolazioni e la creazione delle condizioni che garantiscano la sicurezza della stessa Russia”. Le condizioni per la sicurezza sarebbero, nel dettaglio, la neutralità dell’Ucraina (niente Nato, cosa peraltro già accettata da Zelensky) e il disarmo. La Russia vuole anche lo stop all’espansione dell’Alleanza Atlantica verso Est.
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