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Ponte Morandi, l’audio choc del dirigente Aspi: “Qua se famo male, va di sotto”

Pubblicato il 28/06/2021 13:37

Un anno prima del dramma del Ponte Morandi di Genova, la situazione della struttura era già nota. Pericolante, con il rischio di una tragedia sempre dietro l’angolo. Lo sapeva, e lo diceva in una conversazione venita a galla solo ora, l’ex capo delle manutenzioni di Autostrade per l’Italia, Michele Donferri Mitelli, braccio destro dell’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci: “Qua se famo male, quello va de sotto”.

Ponte Morandi, l'audio choc del dirigente Aspi: "Qua se famo male, va di sotto"

Una frase agghiacciante, non l’unica. Non sapendo di essere intercettato, Donferri diceva, durante una riunione alla sede generale Aspi: “C’è anche un fenomeno di fluage dei cavi esterni. Se tu c’hai il combinato disposto che i cavi esistenti si degradano… i cavi di precompressione ‘unbonded’ se allentano e il ponte te cade giù. Dico bene, professò? Aspi e Spea hanno fatto una cazzata, sul pilone 11 era previsto un sistema di monitoraggio”.

A registrare la conversazione era stato il dirigente Spea Marco Vezil, indagato insieme a Donferri nella vicenda del Ponte Morandi. E che però da tempo sentiva che sarebbe “finito in galera” seguendo le indicazioni del collega, decidendo così di raccogliere prove per tutelarsi. E così dopo il crollo, la Guardia di Finanza era riuscita a trovare nel computer del funzionario e di un collega oltre 36 ore di registrazioni, molte delle quali inedite, diventate oggi una prova importantissima nell’inchiesta sul disastro.

“C’è una patologia perversa qui, nessuno controlla, non fate un cazzo” diceva Donferri. Il 29 settembre del 2017, un’altra sfuriata: “Stavo qua già da un anno e ho saputo che c’erano da fare gli stralli del Polcevera… era marzo, febbraio… non sapevo un cazzo… da aprile dell’anno prima… cioè, a casa mia non cerco di mettere ordine… lo metterò male, sarò intempestivo, sarò imprudente, sarò maleducato, non lo so perché non se può sopportà la situazione… ma voi non state facendo letteralmente un cazzo…”.

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