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Pensione, ecco come anticiparla. Ma con le nuove regole chi resta guadagna. La riforma

Pubblicato il 28/11/2022 09:27 - Aggiornato il 28/11/2022 09:53

Come funzionerà la nuova Quota 103? Chi riuscirà ad andare in pensione prima e in maniera più conveniente e chi, invece, si troverà a rimpiangere il passato? Per capirlo è necessario fare due conti sulla base della riforma voluta dal governo Meloni, una misura ancora in fase di definizione e che coinvolgerà un numero inferiore di lavoratori rispetto alle precedenti, con un impatto più limitato per le casse dello Stato. Trattandosi di un passaggio “temporaneo”, ne resteranno esclusi alcuni lavoratori che dovranno attendere la riforma del 2023 per sperare di poter andare in pensione in anticipo. In sostanza, mentre con la vecchia Quota 102 ci si rivolgeva a persone che hanno iniziato a lavorare entro i 26 anni (64 anni di età e almeno 38 di contributi), con la nuova Quota 103 si apriranno invece le porte del pensionamento agevolato per coloro che hanno iniziato a lavorare entro i 21 anni (62 anni di età e almeno 41 di contributi). (Ti potrebbe interessare anche)

Come spiegato dal Corriere della Sera, l’innalzamento dell’asticella da 38 a 41 anni di contribuzione avrà un doppio effetto: da un lato sarà ristretta la platea degli aventi diritto (limitata a chi ha iniziato a lavorare entro i 21 anni), dall’altro il beneficio dell’anticipo sarà più limitato, visto che esistono già dei requisiti che consentono alle lavoratrici ed ai lavoratori di andare in pensione rispettivamente dieci mesi o un anno e dieci mesi dopo attraverso la pensione anticipata. Ci sarà, quindi, uno sconto sul requisito contributivo di soli 10 mesi per le donne e di un anno e 10 mesi per gli uomini. (Continua a leggere dopo la foto)

Anche il valore dell’assegno subirà delle modifichie limitate: attraverso Quota 103, negli anni dell’anticipo si percepirà una pensione non superiore a 5 volte il minimo (circa 2.000 euro netti al mese): una misura priva di effetti per chi ha redditi medi, ma che invece potrà far sentire il suo impatto su chi oggi guadagni cifre superiori ai 3.000/3.500 euro netti al mese di stipendio. (Continua a leggere dopo la foto)

Per quanto riguarda gli esclusi, i conti sono presto fatti: “Per gli uomini della classe 1958, gli attuali 64enni: chi avesse iniziato a lavorare a 26 anni potrebbe beneficiare di quota 102 nel 2022. Ma basterebbe aver iniziato a lavorare l’anno dopo, a 27 anni nel 1985, per trovarsi esclusi sia da quota 102 che da quota 103 e vedersi costretti ad attendere il compimento dei 67 anni nel 2025. Il fenomeno si ripete per i nati del 1959, 1960 e 1961”.

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