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Pasticcio Superbonus 110. “Ho presentato un esposto in Procura, arriverò alla Corte Europea e poi lascio l’Italia”. La denuncia di un cittadino esasperato

Pubblicato il 06/05/2024 14:13

Di lui si conoscono le iniziali, G.M., e che abita a Varese. Sappiamo anche che è uno dei tanti cittadini esasperati dalle continue giravolte delle istituzioni in tema di Superbonus 110 per la ristrutturazione delle abitazioni. Al punto di avere deciso di muoversi per vie legali. “Ho appena fatto un esposto alla Procura della Repubblica di Varese”, rivela G.M. in un’intervista rilasciata al giornalista Michele Mancino di Varese News, “per capire se ci sono stati comportamenti penalmente rilevanti nella vicenda relativa al Superbonus. In ogni caso non mi fermerò e arriverò alla Corte Europea”. L’uomo aveva deciso di sfruttare le possibilità offerte dalla Legge n.ro 77 del 2020, in relazione alla detrazione offerta a chi avesse sostenuto le spese per l’efficienza energetica e per il consolidamento statico e la riduzione del rischio sismico degli uffici. (continua dopo la foto)

Va chiarito subito che G.M. ha sempre rispettato requisiti e scadenze richiesti dalla Legge. Ma ora, dopo tre anni, i lavorinon sono ancora terminati, l’appartamento è ridotto a un cantiere e si ritrova, se vuole completare ciò che ha iniziato, a dover pagare di tasca sua. G.M aveva scelto di cedere il credito verso lo Stato a un’agenda appaltatrice. La quale, per ottenere la liquidità necessaria, avrebbe potuto chiedere il supporto di una Banca cedendo a sua volta il credito. Ma a un certo punto le Banche hanno smesso di acquistare quei crediti, perché ne avevano “acquisiti” troppi, trovandosi così nell’impossibilità di detrarli nei 4 anni previsti. In questo modo, tanti cittadini pur avendo rispettato le norme si sono ritrovati in una situazione insostenibile. Con le case ridotte a cantieri e senza poter portare a termine i lavori. (continua dopo la foto)

“Il Governo ha continuato a proprogare i termini”, ha spiegato G.M. “Senza preoccuparsi di incentivare le banche ad acquisire quei crediti di imposta rimasti in pancia alle imprese. Su questa materia sono stati fatti ben 34 interventi legislativi nel giro di tre anni. Altro che certezza del diritto, come cittadino mi sento preso in giro”. L’esposto del cittadino di Varese chiede di fare chiarezza su molte anomalie legate a ciò che è accaduto. “Non andavano bloccati gli interventi di alcuni enti territoriali”, spiega l’uomo. “In particolare quelli di Regioni e Comuni, di acquistare i crediti d’imposta legato al Superbonus 110. Creando di fatto una discriminazione all’interno del territorio nazionale tra cittadini e imprese che, grazie alla cessione del credito, hanno potuto terminare i lavori”. (continua dopo la foto)

“Si potevano attivare le grandi partecipate dello Stato”, prosegue G.M., “a cominciare dalla Cassa Depositi e Prestiti e le Poste Italiane, che avrebbero avuto un effetto positivo come nel caso di alcune partecipate regionali”. Il cittadino di Varese non è solo. Sono tanti, gli esodati da Superbonus, e hanno formato un comitato per confrontarsi e trovare una strategia comune. “Eravamo così tanti”, ha concluso G.M parlando delle persone che si sono ritrovate a discutere del problema via Internet all’interno di questa Associazione, “che abbiamo dovuto cambiare piattaforma. Presenteremo esposti in tutte le Procure e siamo pronti a ricorrere fino alla Corte Europea per far valere i nostri diritti”. Il finale rivela tutta l’amarezza di un cittadino che si è sentito tradito dalle istituzioni: “Una volta finita questa storia”, rivela infatti G.M., “lascerò l’Italia”.