x

x

Vai al contenuto

Ospedali, lo scandalo dei fondi non utilizzati. Ecco perché non vengono spesi quelli già disponibili

Pubblicato il 11/12/2023 12:42 - Aggiornato il 11/12/2023 12:43

Ormai lo sappiamo, i continui tagli hanno devastato la sanità italiana. Le politiche di austerity volute dall’Europa e ratificate dai governi hanno portato a una situazione quasi insostenibile. Carenza di personale, diminuzione dei posti letto – anche e soprattutto in terapia intensiva. Strutture inadeguate che con il tempo cadono a pezzi. Gli ospedali italiani sono vecchi e malandati. Solo il 18% sono considerati moderni, cioè sono stati costruiti dopo il 1990. A livello nazionale, più di un terzo risalgono a prima della Seconda Guerra Mondiale. Non è il solo parametro da valutare, però. Alcuni ospedali sono vecchi ma ristrutturati in maniera soddisfacente. Il problema, infatti, non risiede solo nei tagli alla Sanità. Perché i soldi per ammodernare le strutture ci sarebbero, solo che le Regioni non utilizzano una parte consistente dei fondi. (continua dopo la foto)

Secondo un rapporto della Corte dei Conti, il Fondo dedicato all’edilizia ospedaliera ha stanziato 24 miliardi di Euro per costruire nuovi ospedali o per ristrutturare quelli già esistenti. Ma le Regioni ne hanno utilizzati solo 14. Il 42% è rimasto nel cassetto. Nonostante le emergenze e i dati sconcertanti che emergono dalla ricerca. Per citare solo qualche criticità, più di un terzo degli ospedali non rispetta le norme di sicurezza anti incendio. Un numero impressionante, se si pensa alla tragedia appena avvenuta a Tivoli. Le attrezzature sono obsolete: basti pensare che il 70% dei macchinari per le mammografie ha più di dieci anni. Il Cergas dell’Università Bocconi lo ha scritto chiaramente: “All’infuori di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana, negli ultimi vent’anni non si è riusciti, anche in presenza di finanziamenti, a investire sul rinnovamento delle reti di cura ospedaliere e ancor meno sul territorio”. (continua dopo la foto)

Inoltre, “la realizzazione di nuovi presidi ospedalieri non è stata quasi mai accompagnata dalla razionalizzazione dell’offerta esistente”. Secondo la Corte dei Conti, nonostante l’emergenza negli ultimi anni le Regioni hanno presentato pochi progetti per ottenere i finanziamenti. Ma cosa c’è alla base di questo scandalo che penalizza gli italiani? In primo luogo, un problema di burocrazia. Giovanni Migliore, dirigente della Federazione di Asl e Aziende Ospedaliere, denuncia: “Il percorso per ottenere le risorse è farraginoso, spesso i soldi arrivano molti anni dopo la richiesta. E quando si fanno le gare di appalto è passato troppo tempo”. Occorre dunque semplificare le procedure, come sottolinea la Corte dei Conti. Anche perché vi sono ospedali vecchi ma necessari perché servono territori altrimenti scoperti. Andrebbero ristrutturati senza chiuderli, il che fa alzare i costi dei lavori. Solo che mentre si discute e si cercano soluzioni, i servizi peggiorano. E accadono tragedie. Come a Tivoli.