Di Gianluigi Paragone – C’è il sindaco che minaccia di «organizzare un pullman per portare tutti a dormire al Viminale se il governo continuerà a mandarci migranti senza sosta» e poi c’è quello che è pronto a «incatenarsi piuttosto che piantare tende». Quasi tutti sono sull’orlo di una crisi di nervi perché per dirla con il responsabile per l’immigrazione dell’associazione dei Comuni italiani, Matteo Biffoni, che è anche sindaco di Prato, «È tutto saltato, siamo sull’orlo del tracollo».
Biffoni, Marcello Pierucci e Daniele Marchi non sono sindaci del centrodestra, sempre sulle barricate quando c’è di mezzo il discorso accoglienza dei migranti, ma sono sindaci del Partito democratico. Di quel partito che non ha mai voluto vedere il reale peso dell’immigrazione, dai costi di ingresso a quelli di integrazione passando per gli aspetti sulla sicurezza e sulla legalità.
Giorgio Gori, inquieto sindaco riformista in quel di Bergamo lo ammette: «È vero, Meloni annaspa sugli sbarchi, giusto dirlo. Ma Schlein rinunci agli slogan». Insomma, per dirla ancora con l’ex uomo d’oro della tv oggi amministratore, «l’”accogliamoli tutti” che ha sedotto una certa sinistra» ora presenta il conto, al netto della ruvidità con cui dall’altra parte del cielo, il centrodestra trattava la questione facendo la voce grossa tra porti chiusi e blocchi navali.
Pertanto ora dobbiamo fare i conti con il mix esplosivo prodotto dal centrosinistra in Italia e in Europa, dall’accondiscendenza verso le ong il cui core business sta nella presa in carico (talvolta con qualche opacità) di chi, senza pietà, viene abbandonato in mare dai trafficanti di esseri umani, il cui unico intento è guadagnare montagne di soldi. Dietro le ong poi c’è quel mondo di filantropi progressisti, registi di raffinate operazioni politiche e sociali, contro le quali qualche leader conservatore mette un argine ovviamente prendendosi i peggiori insulti.
Tutto questo miscuglio buonista ha creato quella bomba sociale che ora sta scoppiando tra le mani dei sindaci, con la differenza che mentre i sindaci del centrodestra da sempre avvertono dei pericoli, quelli del centrosinistra parlano solo adesso poiché non riescono più a reggere la situazione. E, sia chiaro, non è legato solo ai numeri attuali che sono alti e che soprattutto coinvolgono i minori non accompagnati, ma scoperchiano tutto quel mondo invisibile su cui il Pd, i sindacati, il culturame vario negavano i disagi creati. Se oggi i sindaci sono disposti a incatenarsi o minacciano di farli dormire al Viminale, è perché costoro ricevono telefonate e lettere di residenti e comitati di quartiere esasperati per il disagio creato da questi immigrati che non avendo nulla da fare – perché non c’è stata una programmazione nelle politiche di ingresso – creano disagio (se va bene) o molestie se non altro di peggio.
Lo ripeteremo fino alla nausea: l’integrazione è la partita più difficile su cui non poche cooperative hanno lucrato; se si consente l’ingresso di stranieri ai quali poi non si dà una prospettiva minima di vita sociale, questa “invisibilità” avrà un prezzo caro da pagare. Ora, siamo persino oltre perché a furia di dare retta alle Murgia (pace all’anima sua) e ai Saviano, alle Schlein e ai Landini, non sappiamo più fisicamente dove collocare queste persone che arrivano.
Nei giorni scorsi il premier inglese Rishi Sunak aveva fatto mettere una piattaforma in mare per dare un segnale sul livello di allarme. Apriti cielo! Ma quando in Spagna i socialisti sparavano sui barconi? O quando la Francia, da anni, respinge alla frontiera?
Troppo comodo fare i buonisti e poi spedire le persone nelle periferie o lasciare che bande di stranieri occupino la zona delle stazioni e alcuni luoghi delle città ormai fuori controllo: che razza di integrazione c’è? Basta con questa storiella che ci dobbiamo fare carico degli squilibri e delle asimmetrie nel mondo perché, per dirla col sindaco di Prato, <siamo sull’orlo del tracollo>. Se prima non controlliamo i numeri degli ingressi, nessuna programmazione seria potrà mai essere fatta. Soprattutto quando mancano i soldi.