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Ora litigano fra loro: il Cts si ribella al governo Draghi

Pubblicato il 17/06/2021 10:29

Se non siamo al tutti contro tutti, ormai, poco ci manca. All’interno del governo Draghi la situazione è a dir poco incandescente, con i rapporti tra l’esecutivo e i membri del Comitato tecnico-scientifico che non sono mai stati peggiori. Oggetto del contendere, la gestione dell’emergenza e il ruolo che il nuovo presidente del Consiglio, insieme al generale Francesco Paolo Figliuolo, hanno ritagliato attorno agli esperti del Cts, ormai costretti a occuparsi solo ed esclusivamente della questione vaccini.

E così il Messaggero ha riportato lo sfogo degli esponenti del Cts, reduci da un confronto interno ad altissima tensione e tutti decisi nello sfidare il govenro: “Che senso ha continuare in questo modo? Il nostro ruolo non può essere quello di fare da foglia di fico della politica. Noi così non possiamo più starci”. Parole arrivate al termine di giornate in cui il Comitato è stato al centro di feroci polemiche, soprattutto dopo la decisione prima di lanciare e poi di sospendere gli Open Day AstraZeneca.

Alcuni dei volti più noti del Comitato starebbero così addirittura pensando alla possibilità di un clamoroso passo indietro: “Restare così è inutile, stiamo pattinando sul ghiaccio. L’attività del Comitato non può limitarsi a definire le strategie sui vaccini perché la politica e soprattutto il ministero non vogliono farsene carico”.

Il Cts si vede ormai ridotto a semplice sintesi tra tecnici e politici, costretto a trovare di volta in volta la soluzione più gradita a entrambe le fazioni senza però poter così esprimere un vero e proprio parere scientifico. All’interno del Comitato, in tanti sono inoltre ancora vicini al ministro Roberto Speranza, l’uomo che vede nelle chiusure e nelle limitazioni l’unico modo di affrontare l’emergenza Covid-19. E si scontrano costantemente con quella parte di Paese che, invece, vorrebbe tornare a respirare.

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