L’Unione Europea ci riprova a distruggere l’agricoltura e le tradizioni alimentari italiane. A pagarne lo scotto maggiore, sarebbero Sicilia e tutto il Sud in testa. Si apprende che Walter Ricciardi, consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, avrebbe firmato un appello per promuovere il Nutri-score. Di cosa si tratta? Stiamo parlando della cosiddetta etichetta “semaforo” che dovrebbe essere posta su tutti i prodotti di genere alimentare e che assegnerebbe un colore in base al livello di zuccheri, grassi e sale calcolati per 100 grammi di prodotto.
È facilmente intuibile che il colore verde sarà assegnato ai prodotti più sani, viceversa verranno marchiati in rosso. Seguendo questa logica, però, alcuni tra i prodotti culinari italiani maggiormente riconosciuti a livello mondiale verranno segnati con il rosso. Stiamo parlando dei nostri formaggi, dei nostri salumi, delle pizze, dei dolci e addirittura anche dell’olio extravergine di oliva. Questo perché? Perché i nutrizionisti europei li segnalano come poco sani per l’uomo, quindi questo contrassegno rischia di tirare un brutto colpo all’export delle nostre eccellenze. (Continua dopo la foto)

Il Nutri-score nasce da un’idea di Francia, Germania e Belgio, che sarebbero i Paesi che più gioverebbero di questo sistema perché i loro prodotti, creati perlopiù chimicamente, riceverebbero quasi tutti il bollino “verde”, andando a penalizzare il settore italiano che invece ha un forte legame anche con il territorio e le tradizioni agroalimentari. Con questo sistema si andrebbe a minare completamente la cosiddetta dieta mediterranea, rischiando di mettere in ginocchio un intero enorme settore. Inoltre non è difficile immaginare che, dopo l’approvazione del Nutri-score, si avvierà una vera e propria macchina mediatica contro i prodotti a bollino rosso, quindi tutti i prodotti italiani. (Continua dopo la foto)

E la nostra politica cosa fa? Invece di uscire dall’UE, cerca un modo per mediare con i francesi e i tedeschi, senza aver veramente compreso che comunque andrà questa battaglia l’abbiamo già persa e per noi vi saranno enormi perdite. L’unica soluzione trovata dal nostro Paese è proporre un’etichetta alternativa, cioè non il Nutri-score ma il NutrInform Battery, un sistema che valuta non i singoli cibi, ma l’incidenza degli stessi cibi nella dieta. Una soluzione che non risolverebbe il problema ma andrebbe a confondere ancor di più il consumatore.
“L’etichetta nutrizionale a colori boccia ingiustamente quasi l’85 per cento in valore del Made in Italy a denominazione di origine, che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid. È necessario intervenire con urgenza per fermare l’attacco al prodotti alimentari nazionali con il rischio del via libera all’etichetta Nutri-score” sostiene Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti.