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“Non dovevano chiedere gli arretrati”. Maximulta dell’Antitrust a Eni ed Enel

Pubblicato il 21/01/2021 13:03 - Aggiornato il 21/01/2021 13:39

Sono numerosissime le richieste per il pagamento di consumi arretrati che famiglie e piccole imprese hanno ricevuto illecitamente dalle società di Servizio di distribuzione di Luce e Gas. “C’è chi ha ricevuto richieste di conguaglio (da Eni) per consumi vecchi di 10 anni”, riferisce la Repubblica.

 A causa della gravità della pratica commerciale scorretta attuata dalle Società, l’Antitrust (Autorità di Garanzia) ha sanzionato “Enel Energia per 4 milioni di euro, Servizio Elettrico Nazionale per 3,5 milioni di euro, Eni gas e luce per 5 milioni di euro”. (Continua dopo la foto)

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La legge di Bilancio per il 2018 stabilisce che le società dell’energia elettrica e del gas hanno 24 mesi di tempo per presentare il reclamo del pagamento dei consumi arretrati. Dopo i due anni tale diritto decade. Sempre la stessa legge di Bilancio, prevede, però, che il diritto al pagamento resta in piedi se viene dimostrata la responsabilità dell’utente sulla “mancata o erronea rilevazione” dei consumi (norma cancellata nel 2020).

Chi dovrebbe dimostrare che la responsabilità ricade sull’utente? L’Antitrust si esprime in merito: senza ombra di dubbio è compito della società che vende il servizio di dimostrare l’illegittimità della condotta del consumatore. Ma alla fine a farsene carico sono state le famiglie che per difendersi si sono ritrovate a spedire ad Enel ed Eni le “prove” che potessero dimostrare la propria posizione: ‘i contatori erano disponibili non è nostra la responsabilità sulla mancata rilevazione dei consumi’. Così le Società hanno ricevuto: “testimonianze dei portieri del condominio, foto, audichiarazioni che certificano la presenza costante in casa di una persona malata pronta ad aprire la porta ai misuratori”. (Continua dopo la foto)

Mentre l’Arera , attività indipendente che regola il settore afferma che solo il magistrato può dimostrare la volontà di sottrarsi alla misurazione dei consumi; Enel ed Eni ritengono che debba fare fede la dichiarazione delle società distributrici. Nello specifico, se gli operatori certificano di aver bussato alla porta senza trovare il consumatore e che il contatore era “inaccessibile”, allora la responsabilità è dell’utente. Ma i mancati tentativi degli operatori delle società distributrici, non solo non erano documentati, ma erano anche smentiti dalle prove fornite dai consumatori.

In più ad aggravare la posizione delle Società, la denuncia di alcuni consumatori che avrebbero subito il prelievo automatico degli arretrati dal conto corrente.