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“No alle chiusure!” La procura di Modena restituisce le chiavi alla palestra di #IoApro

Pubblicato il 21/01/2021 14:46 - Aggiornato il 21/01/2021 14:47

Una svolta importantissima capace di cambiare gli eventi futuri. Una piccola rivincita e un segnale di speranza per tutti i ristoratori ed esercenti appartenenti alle categorie colpite duramente dalle misure adottate dal governo.

Accade a Modena che la procura ha ordinato la restituzione ai proprietari  delle chiavi della palestra GimFive di Vignola, una delle attività diventate simbolo della protesta #IoApro, che proprio per la ribellione alle misure di chiusura contenute nei Dpcm, era stata sequestrata preventivamente dai Carabinieri.

Il legislatore non ha sanzionato la violazione dei Dpcm con misure penali, ma solo con sanzioni amministrative. “La ragione di questa interpretazione risiede, come scritto dal pm, nella necessità di evitare ‘un’esplosione incontrollata di notizie di reato’ e nell’esigenza di una ‘pace sociale‘ nel Paese”, spiega il sito Byoblu. (Continua dopo la foto)

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Ovviamente tutto ha delle ripercussioni su quanto potrà accadere nel prossimo futuro: “Se questo orientamento dovesse essere accolto anche da altre procure, significa che in nessun caso si può chiudere un’attività imprenditoriale se essa viola i dpcm”.

“L’auspicio è che la pronuncia della Procura della Repubblica di Modena diventi un precedente seguito anche da altre Procure italiane e che gli imprenditori ottengano dal governo sostegni economici e i dovuti risarcimenti a seguito delle chiusure”, dichiara Mauro Sandri, avvocato che rappresenta la società proprietaria della palestra GimFive e le altre attività che hanno aderito alla protesta. (Continua dopo la foto)

L’avvocato ha spiegato su Byoblu: “L’iniziativa di #IoApro è il tentativo della classe media imprenditoriale italiana di dare applicazione all’articolo 1 della Costituzione” che stabilisce il diritto al lavoro. Per questo “anziché parlare di disobbedienza civile, io parlerei di obbedienza costituzionale”.

Indubbiamente la pronuncia del pm di Modena rafforza la convinzione degli imprenditori ad opporsi e ad andare avanti con la protesta.