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NO al Green Pass! Docenti, personale scolastico e studenti, ecco le armi legali per difendersi

Pubblicato il 19/08/2021 18:14 - Aggiornato il 20/08/2021 13:04

Il Governo con un decreto-legge del 6 agosto 2021, ha introdotto per il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione, di ogni ordine e grado, e per gli studenti universitari l’obbligo di impiego del c.d. Green Pass. Pertanto, sin dall’inizio di settembre, le scuole e le università richiederanno per accedere al posto di lavoro o ai corsi universitari il certificato verde. I requisiti per avere il documento, digitale o cartaceo che sia, sono di essere stati sottoposti a vaccinazione o di aver contratto la malattia COVID 19 o di aver effettuato un tampone con esito negativo.

In questo momento una fortissima preoccupazione si sta diffondendo tra tutte le categorie di cittadini sopra indicate che vedono giustamente pregiudicati i loro diritti fondamentali, primo tra tutti quello al lavoro e quello allo studio. Una cosa, già di per sé grave, è infatti limitare l’accesso a bar e ristoranti per chi non è in possesso della certificazione verde, un’altra impedire alle persone di lavorare o di studiare. (Continua dopo la foto)

Il dramma che si sta consumando è di proporzioni incalcolabili e verrà alla luce solo nei prossimi mesi quando ci saranno decine di classi scolastiche e universitarie prive di insegnanti che per loro scelta avranno deciso di non vaccinarsi. Alcuni sostengono che coloro che non vogliono vaccinarsi possono fare il tampone, come previsto dal decreto-legge, e dimostrare così di non essere positivi al virus. Proprio su questo punto scatta la discriminazione; il tampone, infatti, non è gratuito e non è previsto che il costo venga sostenuto dall’Istituto Scolastico o dall’Università; quindi, per andare a lavorare o studiare secondo il Governo o ci si vaccina o ci si sottopone al tampone almeno un paio di volte a settimana.

Lo Stato sta imponendo tutto quanto sopra ai suoi insegnanti e ai suoi studenti universitari e non sembra preoccuparsene. Tutto si basa essenzialmente su un ingiustificato stato di emergenza dichiarato dal governo in un momento in cui non bisogna dimenticare che l’Italia è in zona bianca.
Questo è il punto focale della questione, è ovvio che il Governo sta cercando di imporre la vaccinazione di massa pur non rendendo i vaccini obbligatori. Per contrastare questa normativa è stata studiata dal pool degli Avvocati Ultima Linea una Diffida (il cui testo potrà essere scaricato cliccando al link riportato alla fine di questo articolo) da inviare ad istituti scolastici e universitari; con questo atto gli insegnanti, il personale scolastico e gli studenti universitari possono contrastare immediatamente e quindi in via preventiva l’applicazione del Green Pass. (Continua dopo la foto)

Ricevuta la Diffida saranno i soggetti riceventi a doversi attivare per rispondere e per farlo, visti i contenuti della Diffida, molto articolati come avrete modo di leggere, dovranno per forza di cose consultare i loro uffici leali di riferimento. Dal punto di vista giuridico la Diffida in questione analizza la normativa introdotta dal Governo e ne mette in luce tutte le sue incongruità.

Innanzitutto, si evidenzia come la disciplina del Green Pass sia in palese contrasto con la Costituzione Italiana operando una vera e propria discriminazione tra i cittadini. È un diritto dei destinatari del decreto-legge di scegliere liberamente se vaccinarsi o meno, senza che ciò comporti il loro collocamento in permessi o ferie forzate, la loro sospensione dal lavoro senza retribuzione o, peggio, il loro licenziamento; nella Diffida si sostiene che non possa essere chiesto all’ingresso dell’Istituto l’esibizione delle certificazioni verdi al personale docente e agli studenti, ad opera di funzionari / controllori che non appartengano alle Forze di polizia.

La Diffida richiama anche il Regolamento UE 2021/953 che ha fissato il principio in base al quale è obbligo dei Paesi membri «evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate». Inoltre, si richiede al datore di lavoro di rimborsare ogni onere derivante dai costi per tamponi che dovranno essere sostenuti al fine di poter esercitare il proprio diritto al lavoro e allo studio.

Ovviamente nei casi in cui le Autorità vorranno insistere nell’operazione di discriminazione l’unica strada percorribile sarà quella di ricorrere avanti ai Tribunali competenti.

Per gli Avvocati Ultima Linea
Andrea Perillo

Per scaricare il testo della diffida da compilare, clicca su questo link si aprirà il documento in formato PDF