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Cresce il popolo dei “No Booster”: tra rinvii e disdette, l’Italia rifiuta la terza dose

Pubblicato il 09/12/2021 08:42

Anche se il governo fa finta di niente, e la stampa asservita continua a dare solo i dati e le notizie che gli fanno comodo, noi continuiamo a segnalare che la campagna vaccinale si sta rivelano un vero flop. I numeri sulla terza dose sono imbarazzanti. Gli italiani, probabilmente, hanno iniziato a sentire la vera puzza di bruciato e hanno deciso di “disertare”. Soprattutto i fragili e gli over 60, non si stanno presentando agli hub. Ed ecco che ormai inizia a circolare la notizia della nascita di un nuovo movimento, non strutturato, ma che raccoglie i cosiddetti No booster. Ossia coloro che hanno completato il ciclo vaccinale ma che ora dell’ennesimo richiamo non vogliono proprio sentir parlare. Per questioni di salute, certo, ma anche per quelle ragioni che fin dall’inizio si sono rivelati evidenti, come la mancanza di libertà e la discriminazione nei confronti di chi ha scelto di non vaccinarsi, rischiando multe e ora addirittura il lavoro, nonostante la legge gli consenta di non vaccinarsi poiché non esiste obbligo. (Continua a leggere dopo la foto)

Dei “No booster” parla anche Adalgisa Marrocco su HuffingtonPost: “Quella fetta di popolazione che di sottoporsi alla terza iniezione anti-Covid nel giro di cinque mesi (o più) proprio non ne ha intenzione. Gli ‘scettici’ del richiamo sono animati da motivazioni diverse ma affini. Si va da chi teme una reazione più forte rispetto alle prime due, passando per chi giudica il booster superfluo, fino a quelli che si dichiarano stanchi della pandemia e ormai privi di fiducia in esperti e autorità. E così, all’unisono, decretano: ‘Noi la terza dose non la facciamo’”. (Continua a leggere dopo la foto)

Basta fare un giro sui social network – racconta la Marrocco – per trovare messaggi di vaccinati che si dichiarano riluttanti al richiamo. “Non lo farò! Sono stata male con le prime due dosi e ho avuto aggravamento dell’asma, ma tanto non c’è correlazione. Se avrò dubbi farò un tampone”, scrive un utente. Qualcun altro racconta: “Sono vaccinato e il Green pass lo uso solo per il lavoro (e già lo trovo umiliante). Ristoranti e bar mi hanno perso come cliente. Non farò la terza dose. Voglio la promozione a No Vax. Non voglio avere nulla in comune con chi discrimina una parte della popolazione”. (Continua a leggere dopo la foto)

A confermare il sentimento espresso sui social giunge una recente indagine targata EngageMinds HUB, il Centro di ricerca dell’Università Cattolica di Cremona, da cui emerge che “un italiano su tre è dubbioso (33%), mentre uno su dieci si dichiara apertamente contrario e addirittura il 30% sostiene che la terza dose non è necessaria”. C’è quindi un nuovo popolo, quello dei “No Booster”, in uno scenario in cui ci sono 6,6 milioni di over 60 ritardatari, che potrebbero richiedere il richiamo ma non lo fanno. Nelle altre fasce d’età, sono 1,7 milioni gli over 80 e 2,4 milioni i 70enni che avrebbero già potuto ricevere il booster, ma ancora non si sono presentati presso gli hub.

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