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Sbarchi in Italia, l’Europa si tira già indietro: primi stop alla redistribuzione

Pubblicato il 12/05/2021 08:18

Alla prova dei fatti l’Ue fallisce sempre. Anche gli euroinomani, freschi di delusioni per come è stata gestita da Bruxelles l’emergenza Covid, iniziano a ricredersi. Serve un’altra conferma? Eccola arrivare, insieme alla ripresa dei primi sbarchi. La tanto decantata Europa della solidarietà, dell’accoglienza e della redistribuzione volta subito le spalle all’Italia: arrangiatevi. Come sempre. Arriva infatti dall’Austria il primo secco No alla proposta dall’Unione Europea di redistribuire tra tutti gli Stati membri i migranti sbarcati a Lampedusa negli ultimi giorni. (Continua a leggere dopo la foto)

“Un approccio che non porta ad alcuna soluzione, meglio aiutare direttamente i Paesi africani a fermare le migrazioni”, ha detto a Bruxelles la ministra dell’interno austriaca Karoline Edstadler. L’invito a unire gli sforzi per assorbire l’ultima ondata di arrivi cade un’altra volta nel vuoto. E tutti ripensano a quell’inutile foto-spot della ministra Lamorgese a Malta, convinta che grazie a quell’accordo l’Ue avrebbe davvero puntato sulla redistribuzione. Invece… (Continua a leggere dopo la foto)

Nel vertice tra tutti i ministri degli interni dei 27, con al centro l’improvvisa ripresa di arrivi in Italia di barconi provenienti dalla Libia e dalla Tunisia, la commissaria Johansson ha rivolto l’ennesimo invito alla solidarietà tra governi per ricollocare i nuovi arrivati a Lampedusa. Come riporta il Corriere, “la ministra italiana Luciana Lamorgese si è associata all’invito della commissaria sostenendo che il problema deve essere affrontato in chiave europea. Ma dall’Austria è arrivato il primo rifiuto a un nuovo accordo di redistribuzione”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Manteniamo una posizione molto chiara – ha detto la ministra Edstadler -: una redistribuzione dei migranti arrivati a Lampedusa non è la soluzione. Occorre che la Ue aiuti direttamente i Paesi africani”. Freddezza su una condivisione degli sforzi è arrivata anche da altri governi. “Temiamo di dover fronteggiare un gran numero di arrivi dalla rotta balcanica” ha detto ad esempio il ministro degli interni tedesco Horst Seehofer. Ecco l’Ue. beato chi ci crede ancora. ItalExit è la sola soluzione.

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