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Maxi risarcimento alla sanitaria sospesa perché non vaccinata. La storica sentenza: “Il più alto di sempre…”

Pubblicato il 06/05/2024 20:36 - Aggiornato il 06/05/2024 20:58

Siamo i primi ad essere favorevolmente sorpresi dalla portata di quanto stiamo per raccontare, e non possiamo che sperare in un precedente che faccia scuola e giurisprudenza. Il Tribunale del lavoro di Bolzano ha riconosciuto un risarcimento da quasi 170mila euro, il più alto mai erogato in tali vertenze, a una farmacista dirigente dell’Azienda sanitaria di Bressanone che, nell’autunno del 2021, era stata sospesa dal servizio in quanto non vaccinata. Una sorte toccata a migliaia di cittadini impavidi, che non hanno inteso sottostare al ricatto dell’obbligo vaccinale e al ricatto, parimenti grave, della sospensione dal lavoro. La sentenza è stata emessa dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Bolzano Eliana Marchesini. La dirigente sanitaria, che era difesa dagli avvocati Mauro Sandri e Olav Gianmaria Taraldsen, era peraltro in possesso di un’esenzione per il vaccino, che aveva subito comunicato all’ordine dei farmacisti, “che non aveva ritenuto di irrogarle alcuna sospensione”, dunque. Eppure, l’Asl l’aveva comunque sospesa senza stipendio. (Continua a leggere dopo la foto)

maxi risarcimento sanitaria sospesa
Foto: il tribunale di Bolzano

Il dispositivo della sentenza

Sicché il giudice Marchesini, oltre al risarcimento dello stipendio con gli interessi e al pagamento delle spese processuali, ha riconosciuto “il diritto della lavoratrice all’anzianità di servizio, agli accantonamenti, alle ferie, ai permessi e ai contributi previsti dal contratto di lavoro per il periodo di sospensione”. Tra le motivazioni della sentenza si legge che la sanitaria “avrebbe dovuto e potuto essere adibita a mansioni diverse, anche inferiori”, nonché: “La sospensione avrebbe dovuto essere irrogata dall’ordine professionale”, che, come detto, non aveva mosso alcuna misura contro la donna – precisamente per via della sua esenzione. Una sentenza storica, questa, che dimostra quanto fossero illegittime e vessatorie le disposizioni con le quali i sanitari sono stati privati del lavoro durante la campagna vaccinale per non essersi sottoposti alla inoculazione. (Continua a leggere dopo la foto)

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Cosa rischia ora l’Asl…

La donna era stata sospesa dal 4 settembre 2021 al 31 dicembre dello stesso anno, poi, la sospensione è stata reiterata per tutto il 2022 fino al 2 novembre, data in cui cessò definitivamente l’obbligo di vaccinazione per i medici e i sanitari. Ne consegue che – ed è l’aspetto chiave su cui verte il dispositivo della sentenza – la sospensione disposta dall’ASL non poteva valere dopo il 31 dicembre 2021. L’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige – Südtiroler Sanitätsbetrieb, ora, dovrà sborsare per la precisione 167mila euro per aver sospeso illegittimamente la farmacista, e dunque una tale spesa potrebbe configurare un danno erariale di cui potrebbe essere investita la magistratura contabile. (Continua a leggere dopo la foto)

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Foto: l’avvocato Mauro Sandri

“Armi giuridiche efficacissime”

Interpellato da La Nuova Bussola Quotidiana, l’avvocato Sandri, da sempre in prima linea nelle cause inerenti al Covid-19 e ai suoi disastrosi corollari di sospensioni e vessazioni di vario genere, appare comprensibilmente soddisfatto: “Si tratta di una sentenza che ha una rilevanza particolare. Il risarcimento liquidato è il più elevato economicamente mai richiesto e mai ottenuto in una causa relativa ad obbligo vaccinale”. E ancora: “Abbiamo armi giuridiche efficacissime mai prima d’ora utilizzate – afferma, combattivo –, affinate in questi anni in cui abbiamo dovuto subire quelle degli avversari. Cominceremo ad utilizzarle nelle prossime settimane avendo un solo obiettivo: nessuno di coloro che sono stati ingiustamente discriminati e puniti per il loro coraggio, anche chi ha già perso le cause, rimarrà senza vera giustizia perché verrà risarcito integralmente”.

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