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Mattarella ‘riprende’ il governo. I decreti non sono “cesti” dove infilarci di tutto e di più

Pubblicato il 14/09/2020 14:45 - Aggiornato il 14/09/2020 14:48

Un pastrocchio che non è passato inosservato agli occhi del presidente il quale ha deciso di ‘richiamare’ il governo.

Sergio Mattarella, ha firmato il dl semplificazioni, ma ha accompagnato la firma con una lettera, indirizzata ai presidenti di Camera e Senato, con cui sottolinea l’inadeguatezza dell’inserimento della modifica del codice della strada e invita a non ricadere nell’errore. 

La modifica dei 15 articoli, contenuta nel dl, riguarda la circolazione stradale e infatti non ha nulla a che vedere con il resto del provvedimento, il cui obiettivo doveva essere quello di snellire la burocrazia. 

Insomma, Mattarella fa notare che i decreti legge non sono “cesti” omnibus dove infilarci tutto e di più e lascia intendere che, se non fosse stato per la particolare situazione di crisi economica, probabilmente il testo del dl non avrebbe superato l’esame. “Ho provveduto alla promulgazione soprattutto in considerazione della rilevanza del provvedimento nelle difficile congiuntura economica e sociale”. 

Nella lettera il presidente sottolinea chiaramente l’errore: “Nel preambolo, il decreto-legge intende corrispondere alla duplice esigenza di agevolare gli investimenti e la realizzazione delle infrastrutture attraverso una serie di semplificazioni procedurali. Il testo a me presentato, con le modifiche apportate in sede parlamentare, contiene tuttavia diverse disposizioni, tra cui segnatamente quelle contenute all’articolo 49, recante la modifica di quindici articoli del Codice della strada, che non risultano riconducibili alle predette finalità e non attengono a materia originariamente disciplinata dal provvedimento”.

L’incongruenza è palese e la si coglie anche sotto un altro punto di vista. Doveva essere il decreto per ‘snellire la burocrazia’, ma dopo la presentazione del 16 luglio -come lo stesso Mattarella evidenzia- è “lievitato da 65 a 109 articoli”.

Il presidente inoltre conclude scrivendo: “Invito il governo a vigilare affinché nel corso dell’esame parlamentare dei decreti legge non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all’oggetto e alle finalità dei provvedimenti di urgenza.