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“Lockdown e zone rosse, tutto segretato.” Il Governo blinda i verbali del Comitato Covid

Pubblicato il 31/07/2020 10:09 - Aggiornato il 31/07/2020 10:14

Assurdo e patetico. L’ultima del Governo lascia navigare con l’immaginazione verso la comprensione di misteriose motivazioni e toglie agli italiani il diritto di conoscere i dati sulla base dei quali il premier ha preso le decisioni durante i mesi di lockdown.

Il Governo chiede al consiglio di Stato di bloccare l’obbligo di pubblicazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico, con cui Palazzo Chigi ha emanato i dpcm definendo dapprima le zone rosse e in seguito allargando l’emergenza all’intero Paese.
E chiede che lo si faccia subito “per non danneggiare l’ordine pubblico e la sicurezza”.

Senza un intervento di Palazzo Spada, tutti i documenti saranno resi pubblici il 21 agosto dopo che il Tar Lazio ha dato ragione alla fondazione Einaudi e ha promosso la richiesta di accesso civico generalizzato.

I tre avvocati della fondazione Luigi Einaudi di Roma, Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello e Enzo Palumbo, si erano rivolti al Tar dopo che la protezione civile ha ripetutamente negato loro di conoscere i contenuti dei verbali.

L’avvocato Andrea Pruiti Ciarello, consigliere di amministrazione della fondazione commenta: “È grave aver fatto l’appello perché dimostra che il governo non è disponibile ad essere trasparente su atti così importanti, Atti che hanno compresso i diritti e le libertà costituzionali per i cittadini come mai nella storia della repubblica”.

Di contro, i legali di Palazzo Chigi argomentano spiegando perchè i documenti ‘dovrebbero restare segreti’: “L’emergenza non è finita, pertanto “la conoscenza dei verbali del Comitato tecnico scientifico potrebbero produrre un danno alla sicurezza e ordine pubblico – inoltre – I dpcm, oggetto dell’odierno contenzioso sono atti amministrativi generali, frutto di attività ampiamente discrezionale ed espressione di scelte politiche da parte del Governo che trovano la propria fonte giuridica nella delega espressamente conferita dal legislatore all’esecutivo in un atto avente forza di legge, ovvero, in particolare dapprima nell’articolo 3 del decreto legge 6/2020, convertito con Legge numero 13/2020 e, poi, nell’articolo 2 del decreto legge 19/2020, convertito con legge  35/2020, e rinvengono la propria ragione nell’esigenza temporanea ed urgente di contenere e superare l’emergenza epidemiologica causata dal Covid-19”.

La Fondazione, riferisce il quotidiano la Repubblica, chiede di “ritirare il ricorso e consentire ai cittadini di giudicare le scelte dell’esecutivo”.

Gli italiani sono stati dentro le abitazioni per decisione del Governo. La chiusura delle attività è costata qualche centinaio di miliardi di euro alla nostra economia. Nessuno può privarci del diritto di conoscere le informazioni che hanno portato a tutto ciò.