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Italia paradiso delle lobby. Gli incontri coi ministeri? Ecco cosa rivela il report

Pubblicato il 24/05/2021 14:48

Dietro la grande corsa ai miliardi del Recovery Fund c’è ovviamente un’intensa guerra tra partiti e lobby, ognuno con la smania di mettere le mani sulla propria fetta di torta, più o meno grande. E mentre i cittadini continuano a reclamare trasparenza, concretezza e giustizia, l’associazione The Good Lobby pubblica un report in cui viene messo in luce il ritardo (più o meno voluto) dell’Italia nella regolamentazione dell’attività di lobbing. Con tutto quello che ne consegue, ossia che di luce ce n’è ben poca e resta solo tanta ombra. E quel che è più interessante è che il report si concentra in particolare sui nostri ministeri e sulla presidenza del Consiglio. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo il report di The Good Lobby e ripreso da Niccolò di Francesco su Tpi, nel nostro Paese è praticamente impossibile, anche grazie all’assenza di un regolamentazione nazionale del lobbying, “venire a conoscenza dell’attività di un ministro, di un viceministro ma anche di un sottosegretario o di un assessore, regionale o comunale che sia, a causa della mancanza dei registri della trasparenza e delle agende degli incontri. Questo permette ai lobbisti di incontrare ministri, vice o sottosegretari in totale anonimato”. (Continua a leggere dopo la foto)

La mancanza di trasparenza è una cosa grave, soprattutto in vista della gestione del Recovery Fund. “Secondo il report sono solamente 3 su 18 i ministeri che hanno online un registro pubblico a cui devono iscriversi i lobbisti o un’agenda pubblica degli incontri con i portatori di interessi. Il problema, anche in questo caso, è che i dati presenti sui siti dei tre ministeri non sono aggiornati o danno poche informazioni”. Dei 3 “virtuosi”, ad esempio, quello dello Sviluppo Economico ha il Registro della trasparenza fermo a febbraio. (Continua a leggere dopo la foto)

Al secondo posto c’è il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali anche se “i dati del Registro della trasparenza si presentano aggiornati solo sporadicamente e le schede online dei portatori di interessi iscritti sono vuote o comunque inaccessibili”. Inoltre i dati disponibili sugli incontri delle agende risalgono addirittura al 2019. Altra chicca? “Il ministero della Transizione ecologica ha una mappatura degli incontri con i portatori di interessi anche se di difficile consultabilità. Negli ultimi giorni, infatti, l’accesso a questi dati è stato reso più complicato da alcune modifiche realizzate sul sito”. Tutti gli altri ministeri non hanno né i registri della trasparenza né le agende degli incontri.

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