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“Lo prendevo anche io”. La confessione del campione manda in subbuglio il mondo del calcio

Pubblicato il 22/01/2023 13:10

Nuda e cruda la verità che viene rivelata dall’atleta professionista Marco Tardelli in un’intervista che compare sul Corriere della Sera. L’ex campione della Juventus e della Nazionale, ora a 68 anni, ripensa agli anni passati della sua carriera e lo fa guardando prima dentro se stesso e poi ponendosi delle domande. Tra queste domande ve n’è una particolarmente cruenta, ovvero, se il mondo del calcio che lui ha conosciuto in prima persona e che lo ha respirato giorno dopo giorno, non abbia spinto all’esagerazione con l’assunzione di farmaci. Si parla di farmaci leciti, puntualizza il quotidiano. Ma dai racconti l’immagine che emerge è quella che si tende a nascondere, e che descrive un confine molto labile tra farmacoterapia e doping. (Continua dopo la foto)

Alla domanda del giornalista “Ma si abusava di farmaci?” Tardelli spiega: “Se vogliamo fare lo sport che fa bene alla salute, si fa la corsetta, la passeggiata. Ma non è certo questo il caso dello sport professionistico, quindi estremizzato“. Poi aggiunge: «Lo sport professionistico, di alto livello, chiede all’atleta prestazioni estreme, ovvio che poi quel corpo, messo a dura prova, possa risentirne». “Se stavo bene tutto ok, ma io andavo in campo anche se non ero in perfette condizioni. I tempi di recupero erano stretti, si doveva giocare e quindi è possibile che abbia abusato di qualche farmaco”.Tardelli prosegue spiegando: “Se il fisico rispondeva, nessun problema, ma capitava anche che la reazione del corpo non fosse quella adeguata. Però, dovevi giocare, magari anche con qualche infortunio e dolore, o costola rotta oppure un leggero stiramento. Quindi davano farmaci, ripeto consentiti, perché si andasse in campo”. (Continua dopo la foto)

Poi l’ex campione rivela: «È successo anche che abbia finto di prendere un farmaco. La verità è che ci fidavamo del medico della società. Non avevamo la conoscenza e la consapevolezza attuale. Col passare del tempo alcuni farmaci sono stati vietati, non si possono più usare». Il giornalista ha domandato “Ma lei il famoso Micoren l’ha preso?” e Tardelli ha confessato: «E chi non ha preso il Micoren?».

“Che rapporto ha con i farmaci?”, ha aggiunto il giornalista. «Non li amo molto, li prendo se necessari. Mi è capitato recentemente di avere uno stato influenzale, la tosse, ho preso l’antibiotico consigliato. Così, nella normalità assoluta, ma ricordo, tanto per dire, di aver giocato anche con la febbre a 38 e di aver fatto la miglior partita. Adesso i calciatori sono più aiutati, importante per esempio la figura dello psicologo: per questo non so se si possano abbinare metodi e cure di un tempo a quelli di adesso. Non solo, il coinvolgimento, la presenza dell’agente è un fattore che un tempo non c’era» Che consiglio dà al giovane calciatore? «Trovare tempi e modi per riposare mentalmente. Bisogna poi che il calcio si dia una calmata, ma tutti, a cominciare dalle società, non solo i giocatori: questo è un mondo che cerca solo i soldi. Basta, bisogna cambiare».