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L’Italia va in apnea mentre la Russia galleggia

Pubblicato il 15/10/2022 00:06 - Aggiornato il 15/10/2022 00:07

L’Italia va in apnea mentre la Russia galleggia

I conti si fanno con l’oste e spesso sono impietosi perché non ammettono sconti. Per l’Italia il quadro è più che preoccupante, stando al report vergato dal Fondo monetario internazionale. E’ così per noi ed è così per la Germania, guarda caso i due paesi dell’Unione che più hanno sofferto la chiusura del rubinetto energetico russo e la sanzioni con Mosca.
Eppure, effetto paradossale dello stesso report Fmi, ci ritroviamo con la Russia che, al contrario di quel che finora sentito, tiene nonostante le sanzioni e l’isolamento. E allora uno si domanda: ma la Russia non doveva essere in ginocchio per le sanzioni prolungate? Non doveva essere, questo accerchiamento, l’arma vincente contro il tiranno che “avrà pure il gas ma adesso sentirà il peso delle sanzioni così che i russi scaricheranno Putin”, come recitavano da più parti?
A quanto pare no, l‘economia russa tiene di fronte alle sanzioni e alle limitazioni a import ed export. Chi non tiene sono invece quei paesi che di fatto si ritrovano dentro il conflitto senza che i cittadini lo volessero, quei governi che insistono su ulteriori pacchetti sanzionatori (facendo un danno alle imprese con grandi quote di esportazione in quei mercati oggi vietati, obbligando a pericolose triangolazioni), quei paesi le cui economie si stanno accartocciando per effetto di costi energetici proibitivi e di una inflazione che non cenna a diminuire!
I prossimi mesi renderanno plastico quell’allarme che oggi si sente solo lontanamente ma che presto romperà i timpani tanto il botto: impossibilità per migliaia e migliaia di aziende, piccole medie o grandi che siano, di restare in attività; licenziamenti senza sosta; danno per l’erario dello Stato; sofferenze bancarie senza ritorno. Per l’Italia – che quest’anno regge trainata dal turismo – e per la Germania saranno tempi foschi; ma la Germania avrà problemi minori di tenuta perché il governo interverrà con strumenti a debito di cui in Italia non si vuole parlare: loro 200 miliardi di intervento pubblico li hanno tirati fuori, noi no. E non è nemmeno casuale il fatto che l’economia del Giappone (Paese con un debito pubblico altissimo ma praticamente tutto nella titolarità dei giapponesi) invece regga meglio di tutti. Fonte Fmi.


Inflazione e crisi energetica sono e saranno un mix micidiale. Il report del Fondo Monetario lo dice chiaramente: lo choc energetico non sarà affatto transitorio. Mi concentro sull’Italia: non si può pensare di tirare a campare come pure ha fatto il governo dei migliori. Mario Draghi non ha risolto nulla, si è solo incaponito col price cap su cui in Europa non c’è convergenza e che finirà con la solita mezza soluzione buona per non rovinare l’immagine dell’ex governatore centrale. Il cui ministro della Transizione, Roberto Cingolani, ancora parla di e dell’urgenza assoluta di concretizzare il rigassificatore a Piombino come se la soluzione della mancanza di gas in Italia dipendesse davvero dal sì o dal no di quei cittadini. Davvero siamo ridotti così male dal credere che realizzato il rigassificatore possiamo tirare un bel sospiro di sollievo e vedere salva la nostra economia? Suvvia…