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Liberati i pescatori sequestrati: per 107 giorni nelle mani dei libici

Pubblicato il 17/12/2020 12:29 - Aggiornato il 17/12/2020 12:51

Alla fine, dopo oltre 100 giorni di prigionia (107 per la precisione), il governo italiano si è finalmente destato dal suo profondissimo sonno attivandosi per la liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo in Libia. Una notizia annunciata in pompa magna dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che evidentemente si è ricordato di colpo quali mansioni gli sono state affidate dai compagni di poltrona giallorossi. I due sono volati in Africa per il passo decisivo che darà la libertà ai 18 pescatori chiusi in cella ormai dal 1 settembre.

Libia, liberati i pescatori sequestrati. L'annuncio dei famigliari: "Faremo una festa"

Un annuncio subito accompagnato dai festeggiamenti virtuali dei parenti, che attraverso i social si sono lasciati andare a un lungo sospiro di sollievo: “Finalmente potremo riabbracciarli. Adesso aspettiamo di sentirli presto, ancora non ci hanno chiamato ma presto lo faranno. Quando torneranno faremo una grande festa”. Conte e Di Maio sono partiti per Bengasi dopo un lungo confronto con i servi segreti italiani, dopo aver disdetto altri impegni istituzionali.

Libia, liberati i pescatori sequestrati. L'annuncio dei famigliari: "Faremo una festa"

Una notizia che non può che far sorridere. Ma non cancella i dubbi sull’operato di un governo che ha lasciato in prigionia per un tempo così lungo 18 pescatori (otto tunisini, sei italiani, due indonesiani e due senegalesi ma tutti appartenenti alla comunità di Mazara) fatti prigionieri in Libia. Era infatti il 1 settembre quando i due pescherecci di Mazara del Vallo, “Antartide” e “Medinea”, erano stati sequestrati dalle motovedette libiche con l’accusa di violazione delle acque territoriali. Nei giorni successivi era stato contestato, in maniera totalmente infondata, anche il reato di traffico di droga.

Libia, liberati i pescatori sequestrati. L'annuncio dei famigliari: "Faremo una festa"

Perché aspettare tanto per procedere alla liberazione dei pescatori? Un segnale di debolezza preoccupante, l’ennesimo di un esecutivo che continua ad accettare passivamente anche le prese in giro delle autorità egiziane sulla drammatica vicenda della morte di Giulio Regeni, ancora avvolta da una fittissima nebbia di bugie. I giallorossi mostrano i muscoli soltanto quando c’è da dichiarare guerra agli italiani, ai quali sono state già riservate minacce di controlli a tappetto per tutto il periodo delle feste, guai a chi sgarra. Evidentemente sono i cittadini, i nemici più pericolosi agli occhi del governo Conte.

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