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La vittoria dei “poltronari”: Brunetta, Speranza, Di Maio, rieccoli tutti nel governo Draghi

Pubblicato il 12/02/2021 21:36

Tanto tuonò che alla fine piovve. E nel peggiore dei modi: giorni e giorni di incontri, confronti e trattative dietro le quinte hanno partorito, alla fine, un governo dai nomi tragicomici, un mix di tecnici che avranno il compito di piegare l’Italia alle logiche dell’Ue e di vecchi poltronari riusciti a blindare il posto o, in qualche caso, a tornare improvvisamente sotto i riflettori dopo una lunga assenza. Peggio di così non si poteva, e per riuscire a tagliare un traguardo così poco prestigioso si è dovuto scomodare Mario Draghi, il totem dell’Ue osannato come salvatore della patria da quasi tutti. Non fosse tutto maledettamente serio, verrebbe quasi da ridere.

La vittoria dei "poltronari": Brunetta, Speranza, Di Maio, rieccoli tutti nel governo Draghi

Il bene del Paese, espressione usata e abusata in questi giorni, è venuto meno a fronte del bene di chi, invece, aveva come priorità quella di tenere il sedere ancorato alla preziosa poltrona. E allora via con la conferma di Luigi Di Maio agli Esteri, come preteso, e di Roberto Speranza alla Salute, nonostante le tantissime polemiche che negli ultimi mesi lo avevano visto finire nel mirino per la gestione, non così impeccabile come ci si voleva far credere, della pandemia. Saldo, inamovibile, anche Dario Franceschini alla Cultura, altro personaggio abilissimo nel muoversi dietro le quinte per sistemarsi al meglio. Un altro capolavoro.

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Intoccabile anche Luciana Lamorgese agli Interni, evidentemente premiata per la scelta di mobilitare l’esercito per controllare il rispetto delle restrizioni da parte degli italiani, neanche fossero pericolosi criminali. Poi ci sono quelli tornati di colpo in sella, come Renato Brunetta che ha ritrovato, di colpo, il dicastero della Pubblica Amministrazione. Maria Stella Gelmini, invece, è volata agli Affari Regionali, con Mara Carfagna al Sud: il premio, per Forza Italia, per aver fatto il suo al momento della nascita della “maggioranza Ursula”, quella che portò all’elezione della von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue.

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Gli amici degli amici da una parte, i tecnici legati al mondo dei banchieri e asserviti ai diktat europei dall’altra. La ricetta perfetta per preparare, nei prossimi mesi, una pietanza dal nome “lockdown”, inevitabile di qui ai prossimi mesi quando tutte le difficoltà economiche esploderanno di colpo. E l’unica risposta di questo meraviglioso governo Draghi sarà obbligare gli italiani a obbedire a questa o quella restrizione.

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