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Indagine antimafia, il Comune di Bari a rischio scioglimento. Ecco le vere ragioni

Pubblicato il 22/03/2024 17:27

Una grossa polemica su fronte politico si è scatenata dopo che, in seguito a due indagini giudiziarie sulla criminalità organizzata, si è cominciato a parlare del possibile scioglimento della giunta del Comune di Bari. Il lavoro della Procura si concentra su due filoni principali: un’accusa di voto di scambio per una Consigliera Comunale e le presunte infiltrazioni mafiose nell’azienda comunale dei trasporti. Il Sindaco di Bari Antonio Decaro, in quota Pd, ha lanciato accuse contro il Governo di Giorgia Meloni. A Bari, nei prossimi mesi, si voterà per il rinnovo del Consiglio Comunale e per l’elezione del nuovo Sindaco. Decaro sta terminando il secondo mandato e non potrà ricandidarsi. Nonostante questo, vede nelle inchieste in corso e nella loro tempistica un “disegno” orchestrato per indebolire la sua parte politica. (continua dopo la foto)

Intanto il ministro dell’Interno Piantedosi, su richiesta del Prefetto barese, ha deciso di nominare una commissione d’inchiesta per verificare – entro tre mesi – se vi siano gli estremi per arrivare allo scioglimento dell’attuale Giunta. Sotto la lente di ingrandimento le indagini sulle attività dei clan mafiosi della città, in particolare il clan Parisi nel quartiere Japigia. In questo contesto sono state arrestate un centinaio di persone con le accuse di associazione mafiosa, voto di scambio e per aver favorito le attività dei gruppi criminali. L’altra indagine riguarda le infiltrazioni mafiose nell’Amtab, società dei trasporti completamente controllata dal Comune. L’Amtab il 22 febbraio è stata posta sotto amministrazione giudiziaria dal Tribunale di Bari, e da allora è guidata da un manager scelto dai giudici. La prima indagine, in particolare, ha potato all’arresto di Maria Carmen LoRusso, consigliera eletta nel 2019 in una lista del centrodestra. Nel 2021 la Lorusso era poi passata in maggioranza, aderendo al gruppo “Sud al Centro”. (continua dopo la foto)

A chiarire la situazione ci ha pensato un intervento del deputato di Forza Italia, e vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Mauro D’Attis. Il parlamentare ha spiegato che non c’è stata alcuna “giustizia a orologeria”, come sostenuto dal Sindaco, ma che “la cosa grave e che viene poco raccontata è quella relativa all’Amtab. La società è sottoposta al controllo del Comune come se fosse una sua ripartizione. E il Pm, nella sua ordinanza, scrive che per anni non ci si è accorti delle infiltrazioni da parte dei clan. Decaro, tra l’altro, ha trattenuto a sé la delega alle partecipate”. Sarebbe quindi soprattutto questa circostanza a giustificare l’intervento di Piantedosi. “Che non lo ha fatto con un colpo di mano”, ha concluso D’Attis, “e non lo ha fatto a 20 giorni dalle elezioni. Ma in seguito all’ordinanza seguita da quel blitz che non credo sia stato gestito dal centrodestra”.