Una parola sulla bocca di tutti in questi giorni concitati, Mes. Il Fondo Salva-Stati del quale si discute tantissimo e che alla fine, in ogni caso, sarà riformato. Il Movimento Cinque Stelle ha almeno recitato la parte, fingendo una contrarietà che si è poi trasformata in un’acrobatica approvazione delle modifiche ferma restando la premessa (ormai vuota) di un “no” categorico a future proposte di adesione. Di fatto, comunque, il governo ha già dato l’ok a una serie di cambiamenti che non faranno che peggiorare ulteriormente la natura dello strumento. Il perché è facile da spiegare.
Innanzitutto c’è il famigerato allegato III, quello che condiziona l’accesso alla linea di credito precauzionale al rispetto di una serie di parametri come il Fiscal Compact e il Patto di Stabilità. Strumenti arretrati, legati a un mondo che non esiste più e che non ha fatto altro che danneggiare pesantemente l’economia italiana fin dal momento del suo ingresso nell’euro. Eppure tornati di colpo attualissimi, addirittura incorporati in un Trattato intergovernativo. Poi c’è il capitolo banche, anche questo particolarmente dolente.
La riforma prevede la possibilità, dal 2022, che il Fondo di risoluzione per le crisi bancarie (Sfr) possa chiedere al Mes un prestito-paracadute fino a un totale di 68 miliardi. Un passaggio che permetterebbe al Salva-Stati di intervenire di fronte a disastri bancari di grossa portata, guarda caso quelli che potrebbero avere come protagonisti gli istituti tedeschi e francesi, non fosse altro che per le loro imponenti dimensioni e il livello di rischio di alcune voci dei loro attivi.
Il Mes potrà dunque correre in soccorso di banche francesi e tedesche, sostituendo di fatto il precedente strumento di ricapitalizzazione diretta delle banche fino a 60 miliardi di euro. Quello era azionabile anche dagli istituti italiani e per questo considerato più “pericoloso” per il Mes stesso e quindi superato. A beneficiare della nuova formula saranno le banche al di là dei nostri confini. Ma questo, i giallorossi si guardano bene dal dirlo ad alta voce.
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