x

x

Vai al contenuto

Il governo dimentica la scuola:”Le risorse sono scarse”

Pubblicato il 04/06/2020 12:34 - Aggiornato il 04/06/2020 16:05

Il paese non si riprenderà mai senza investire nelle generazioni future. La scuola e con essa le nuove generazioni non sono più una priorità nè per il governo nè per la politica in generale. Un articolo che riprendiamo da La Stampa denuncia proprio questo. La mancanza di adeguata attenzione all’educazione la si evince chiaramente dal fatto che non si siano ancora messi in cantiere programmi di investimento importanti per la scuola. Il clima generale nonostante oggi ci siano delle esigenze urgenti di cui occuparsi, si conferma palesemente. Il sistema scolastico ha bisogno di profondi e radicali interventi. “L’Italia è ultima in Europa per fondi all’istruzione”.

Agi, Agenzia Italia, riferisce che “l’Italia spende in istruzione meno degli altri grandi Paesi Ue, sia in rapporto al Pil che alla spesa pubblica totale”. Oltretutto, “il calo di investimenti in questo settore di spesa dal 2009 in poi, sta avvenendo più velocemente rispetto alla media europea”. “Anche ampliando lo sguardo oltre i confini europei, l’Italia non è messa bene”. Secondo i dati Eurostat utili per un confronto europeo, “nel 2017 l’Italia ha speso circa 66 miliardi di euro per l’istruzione pubblica, contro i circa 134,6 miliardi di euro della Germania, 124,1 miliardi della Francia e 107,6 miliardi del Regno Unito”.

Tutto lentamente sta tornando alla normalità, sono state perfino riaperte le frontiere. Tra le poche fasce che non hanno ancora potuto riacquistare la loro routine ci sono sicuramente bambini e ragazzi. Nonostante le rassicurazioni generiche di Conte sulla riapertura della scuola a settembre, Chiara Saraceno, autrice dell’articolo, sottolinea che “le risorse messe a disposizione per affrontare anche solo le più elementari esigenze di riorganizzazione sono scarse”. Le premesse per il ritorno a settembre non sono delle migliori.

Insomma, anche in questo contesto di eccezione, si riconferma la regola. La sera del 23 dicembre il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha inviato una lettera di dimissioni al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, criticando l’attuale governo di non aver fatto abbastanza con la nuova legge di Bilancio per i fondi destinati alla scuola.

Coronavirus o no, l’unico aspetto che caratterizza il mondo dell’istruzione e dell’educazione a rimanere costante è lo scarsissimo investimento dedicato al futuro dell’Italia.